Beyond Borders

"La mia Africa" con l’Onu al posto dei safari. Devastante.

Gran Bretagna, era Thatcher. In un lussuoso party di beneficienza, irrompe Nick, medico di un’organizzazione umanitaria, che porta con sé un bimbo scheletrico e gli fa fare provocatoriamente la scimmia. Sedotta dallo spettacolo, Sarah, americana fresca di nozze segue il dottore in Etiopia e ci va a letto. Poi c’è la crisi economica e torna a Londra, ma si impegna con l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati politici, mentre Nick è prima in Cambogia e poi in Cecenia. Ma intanto per salvare vite umane si è sporcato troppo le mani, ed è inseguito dai guerriglieri. Già con la incredibile scena iniziale sappiamo cosa aspettarci nella spettacolarizzazione del dolore. Il tour si svolge con disinvoltura, non ci si fa mancare nulla: morti per inedia e paesaggi incontaminati, corna e guerriglia, pulizia etnica e figli illegittimi. Un fumettone che in fondo è La mia Africa con l’Onu al posto dei safari, e non spiega niente dei conflitti che esibisce. Un euro su ogni biglietto viene donato al progetto Latte per la vita. Chi vuole, può fare un bonifico…

la recensione è di uno tra pier maria bocchi e mauro gervasini, vero?