The Woman

capolavoro, semplicemente.

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  1. Monjoie
     
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    The Woman
    USA, 2011

    Regia: Lucky McKee

    Pollyanna McIntosh
    Angela Bettis
    Sean Bridgers
    Lauren Ashley Carter
    Carlee Baker
    Alexa Marcigliano
    Zach Rand

    The_woman_film_poster



    Ci sono film che, ai titoli di coda (a proposito: guardatelo fino all'ultimo secondo, anche dopo i credit) ti lasciano un po' meravigliato e non poco emozionato insieme. Questo è uno di quelli.

    Sequel (nei tempi ma non nella concatenazione causa/effetto) di Offspring ma si può benissimo vedere da sola, anche questa pellicola è tratta dal romanzo omonimo di Jack Ketchum.

    Inserito da qualche sprovveduto nella "hall of infame" dei film misogini, da altri tra quelli femministi, da altri ancora giudicato fintamente femminista ma in realtà misogino e così via.

    Addirittura qualche patito delle letture del secondo o del terzo sottolivello ha scritto che gli ultimi 5/10 minuti sarebbero un pretesto per mostrare un'ora e mezza di violenza soprattutto psicologica su di una donna... cambiare mestiere no, eh? I pervertiti a cui piace veder violata una persona hanno a disposizione nel vasto panorama della cinematografia ben più esplicito e rozzo materiale.

    Io direi che è semplicemente un bel film. Veramente bello.

    E' un horror? Un po', verso la fine, diciamo negli ultimi 10 minuti. E' un thriller? Certo.

    Ti fa emozionare, incazzare, partecipare, arrabbiare, ti lascia soddisfatto, dà delle emozioni e perfino poesia (cosa abbastanza rara in un film che si riallaccia al sottogenere backwood cannibal...) sì.

    Cercherò di spoilerare (Dante, come sempre, perdonami) meno possibile della sinopsi.

    Cosa si fa apprezzare: in primis l'uso magistrale della colonna sonora, veramente azzeccata e che sottolinea anche con contrasti ruvidi e dolci insieme i passaggi topici.

    Poi gli la recitazione, gli attori; vediamo sullo schermo gente che sa fare i suo mestiere. Certo, chi più e chi meno, ma l'insieme è veramente positivo. Ed uno dei personaggi (IMMHO, certo) più incisivi è un'attrice -al suo primo ruolo, in genere fa la stunt- che compare solo negli ultimissimi minuti e... non parla. Ma ha un ruolo, soprattutto in retrospettiva dato che ci permette di comprendere ancora di più -anche se in quel punto della narrazione era ormai tutto chiaro- a che livello di abiezione era giunta la brava famigliola del Maine, dietro la sua facciata rispettabile, borghese, americana un po' anni '50 un po' mulino bianco e socialmente inserita (anche se fin dai primissimi minuti molte cose ci consentono di capire che sì, c'è del marcio), tra un padre -avvocato di provincia di discreto successo, sembra- chiaramente disfunzionale, misogino, violento, freddo e pervertito dall'abuso del potere maschile in senso più vieto, un figlio adolescente imbecille e genuinamente cattivo del quale capiamo presto quali orme sia destinato a ripercorrere, una moglie con la quale dialoga a cazzotti ed una figlia abusata sessualmente.

    La professoressa della figlia è interpretata dall'attrice che forse recita meno bene, ma è -e non solo perché è più che dignitosamente gnocca- l'insegnante che tutti vorremmo avere. Questo ci fa capire che non finirà forse benissimo.

    L'ultimo personaggio che compare nel film è sì, nei fatti, un' (altra) creatura ferale, ed uccide ed anche in maniera cruenta... ma non possiamo non provare empatia per la sua innocenza.

    Plauso all'interpretazione della figlia maggiore e della figlia più piccola. Intimorita ed insicura la prima, di quell'innocenza di bambino che inibisce qualsiasi aggressività la seconda. Che brave.

    L'attrice che interpreta la madre, ormai quasi un feticcio di McKee, fornisce buona prova, almeno quanto quella data da Sean Bridgers nell'ingrato ed odioso ruolo del padre.

    Insomma, tutto funziona.

    Poi... vabbe', di Pollyanna McIntosh... non si può dire. E' troppo. Per quanto siano bravi gli altri interpreti il film lo regge lei ed è talmente brava che perfino la sua bellezza passa in secondo piano.
    Per chi non avesse la ventura di conoscere di lei: immaginatevi una topona clamorosa di un metro e ottanta, una che è andata su Vogue e sul calendario Pirelli, per intenderci. Ecco, immaginatevela a fare -bene- la cannibale dei boschi.

    Il "mostro" da lei interpretato (sì, possiamo disquisire che effettivamente, indubitabilmente, i veri mostri sono altri, ma è lettura troppo facile) è reso stupendamente anche considerando che per metà del film recita incatenata... il cannibale non solo come "buono" innocente e selvaggio (sarebbe stato banale) ma quasi come angelo vendicatore e come deus ex machina risolutore e salvifico.

    La fotografia è ben eseguita anche se magari senza particolari guizzi, la sceneggiatura non ha buchi e fila via bene e creando un buon climax degli eventi; la regia... beh, chapeau a Mr. McKee!

    Da vedere!

    Edited by Monjoie - 7/5/2014, 14:16
     
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  2. Ninja_Warrior
     
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    Visto tempo fa, bello. Dello stesso regista consiglio "May".
     
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1 replies since 7/5/2014, 11:43   111 views
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