La vittima designata

Lucidi reinventa Hitchcock

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  1. Varre
     
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    Stefano (Tomas Milian), pubblicitario milanese di origini venezuelane, è un uomo in cattivi rapporti con la moglie Silvia (Marisa Bartoli) per vari motivi (soldi ed esaurimento nervoso di lei). Un giorno, in gita a Venezia con la sua amante Fabiane (Katia Christine), fa la conoscenza di un misterioso personaggio, il giovane conte Matteo Tiepolo (Pierre Clémenti), che poco alla volta si insinua nella sua vita. Matteo propone a Stefano un patto dettato "dall'amicizia": lui ucciderà sua moglie, Stefano gli ucciderà il fratello.

    Sì, lo so cosa state pensando: "Ma io sta trama l'ho già sentita!" Eggrazie, è praticamente la stessa di "L'altro uomo/Delitto per delitto" di Hitchcock. E adesso vi starete chiedendo: "Sì, ma se è una copia del film di Hitchcock allora che acciderbolina lo guardo a fare?"
    Calma.
    De facto, il film è un remake di Hitchcock (a parte per il finale, imho di gran lunga migliore dell'originale). Ma malgrado "Strangers on a train" sia considerato uno dei capolavori di Sir Alfred nonché del cinema in generale, io gli ho preferito questo. Forse mi manca qualche venerdì, o forse sono solo più sensibile al richiamo del cinema nazionalpopolare italico che di quello di uno dei maestri del cinema (che poi è anche uno dei miei registi preferiti ma vabbè chissene). Comunque niente, la pianto lì con sti commenti da vecchio trombone morandinianomollichiano e parlo del film. La storia è ambientata a Venezia, ancora prima che se ne impadronissero Aldo Lado, con "Chi l'ha vista morire?" (Lado in compenso figura tra gli autori del soggetto), e soprattutto Nicholas Roeg, con quel gioiellino che è "Don't look now/A Venezia un dicembre rosso shocking" (i titoli italiani sono sempre bellissimi), e la città lagunare funge perfettamente da sfondo angosciante alla vicenda narrata. Sublimi le musiche di Luis Bacalov accompagnate dal rock progressivo dei New Trolls, un anno prima del connubio Bacalov/Osanna che si vedrà/ascolterà in quel capolavoro che va sotto il nome di "Milano Calibro 9". Più che ottime le performance di Tomas Milian e soprattutto di Pierre Clémenti. Spiace davvero che Lucidi non abbia lasciato un segno più incisivo sul thriller italico, ne avremmo gioito tutti.

    In sintesi: un remake degno di visione, con sorpresa finale. Un thriller italico una o due spanne sopra i gialli medi dell'epoca.

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    Edited by Varre - 27/1/2014, 16:27
     
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  2. Varre
     
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    Niente, video bloccato. Diomadonnadedio
     
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    Si trova il dvd su Missing Video e mi sa che lo prendo.
     
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2 replies since 27/1/2014, 15:40   102 views
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