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Monjoie.
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Regia: Ryan Schifrin 
Allora, chiariamoci subito: è un film da non noleggiare ne' tanto meno da comprare. Lo si trova sui più diffusi protocolli di file sharing e, ancora più facile, sul tubo, sia pur diviso in 7 parti di 15 minuti l'una, anche se in Inglese.
Detto questo ed a patto di accompagnare la visione con amici d'ordinanza e morosa/consorte, con Pringles, Beck's, coppette di gelato e Marlboro Light (ops...pardon, è illegale: volevo dire Gold) sul balcone, si può guardare.
La trama in se' non spicca per originalità: in una qualche zona montuosa/boscosa degli Stati Uniti, un Sasquatch/Bigfoot fa il suo dovere al minimo sindacale squartando un po' di gente. Punto.
Assumendo un n° X di film prodotti negli ultimi 30 anni con questo soggetto e considerando che sicuramente più della metà di essi sono prodotti raffazzonati alla bell'e meglio per passare direttamente sul piccolo schermo, possiamo azzardare che il film in questione non scende necessariamente sotto la metà della classifica. Il che, vista la modestia del termine di paragone, non é detto comunque che sia una gran cosa.
Nonostante la povertà intrinseca della confezione, ad ogni modo, il regista e lo sceneggiatore riescono a porre il prodotto su di un mezzo gradino più su del classico precotto pensato per l'home video: si dimostrano persino ambiziosetti, incentrando la trama su di una apertissima citazione di La finestra sul cortile, con il protagonista che, costretto su di una sedia a rotelle e munito di adeguato binocolo, vede sempre più nitidamente il pericolo del monstrum e ha mille difficoltà nel comunicarlo alle periture vittime, le solite quattro ragazzotte in gita, delle quali manco a dirlo si salverà solo la più gnocca, rigorosamente bionda.
Per la verità il regista ha provato anche a ficcarci una mezza citazione di The Descent (la ragazzotta con le budella di fuori appena assaggiate che viene trascinata nel buio della caverna) ma sul risultato in termine di potenziale orrorifico fermiamoci qui per carità cristiana.
Solo un cameo -infinitamente meno che in Alien Vs Predator, che per il Bishop di Alien era già un mezzo insulto- quello di Lance Henriksen ormai ad un passo dagli spot per i lassativi, qui ridotto al rango di sacrificando montanaro con fucile insieme ad un fesso barbuto stile inbred degli Appalachi e a Dee Wallace Stone cui altro non si può augurare, in mancanza di proposte migliori, che una serena pensione.
Per inciso, nella scena che vede protagonisti i su citati, c'è una frase che spesso m'è capitato di sentire, nei film, in situazioni similari (ovvero nelle quali un gruppetto di sventurati si ritrovano in una radura nel bosco in paziente attesa di essere massacrati dal mostro di turno): uno di essi sente un rumore -generalmente il ramoscello spezzato od un non meglio definito "Humf! Grunt!"- e gli altri tutti paciosi e sereni rispondono ridacchiando "Ah, non ti preoccupare, è solo un Grizzly!"...
Non so voi, ma a me farmi staccare la testa con una zampata da un criptide antropomorfo o da un urside non è che mi cambia molto, ma tant'è.
Dove il film ("pellicola" è termine intrinsecamente errato) proprio non quaglia, oltre che in una pleonastica intuibile mancanza di suspence, di thrilling, di qualsiasi cosa che somigli alla tensione, è nel design della creature (non lasciatevi ingannare dal poster) con un muso/faccia a metà tra un Ewok di Star Wars ed un gatto persiano, tanto che ad onta delle sue efferatezze, quando lo vedi sullo schermo pensi che ove lo dovessi incontrare dal vivo saresti indeciso tra dartela a gambe o aprirgli una scatoletta di Whiskas.
Buona, al contrario, ovviamente IMMHO, la scelta di creare il Sasquatch con un sano costume peloso e non con una CGI (che non avrebbe potuto essere un granché, visto il budget intuibilmente risicato), come invece nello sciagurato "Yeti - Curse of the snow demon", tanto incredibile da far sospettare che la comicità intrinseca nel film non fosse involontaria. Se invece lo era, involontaria, allora veramente in quel caso regista e sceneggiatore facciano al più presto richiesta per una pensione d'invalidità.
In conclusione: gli effetti speciali sono mediocri, il gore a chi interessa è assente a parte una scena, quella della faccia, peraltro rigorosamente censurata a patto di non vederla sul tubo, la tensione niente di che, la regia inspida (come altre 10.000 anche in film ben più noti e di ben altri budget e pretese), la recitazione stile "faccio il mio mestiere per pagare il mutuo e le bollette".
Può comunque essere un'alternativa quasi dignitosa per una serata nella quale proprio non si ha voglia di uscire, per non ridursi a guardare i consueti decerebrati da reality o immondizia stile quarto grado.
Voto: 5+. -
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male
Lo si trova sui più diffusi protocolli di file sharing e, ancora più facile, sul tubo
male
male
male
male
Minchia, per come sono pigro io, questo è il classico film che mi urla in faccia "NON GUARDATEMI"! e infatti non lo guarderò
Fosse esistito in lingua italiana, o almeno doppiato, e soprattutto intero (non in ben 7 pezzi! e che è? Guerra & Pace?) allora potevo farci un pensierino...
Quello che mi sorprende è: ma sto film davvero meritava uno dei post piu lunghi che si siano mai visti su Filmbrutti? Eccheccazzo c'avrai mai da dire su un film di un'insulsaggine simile?
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Monjoie.
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Meriteresti di essere vivicombusto per blasfemia e tradimento.
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E prima o poi succederà, vedrai: i mojito portano a questo 
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maxxxx2001.
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io penso di aver visto questo film in lingua italiana...ma non ricordo nulla...rimozione freudiana... .
Abominable (USA, 2006) |
