Quella casa nel bosco

Manterrà le aspettative?

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  1. Raminchia-
     
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    Non so voi ma personalmente se mi dicono che un certo film horror si basa su una qualche reinterpretazione creativa di qualche topos già visto e conosciuto di solito mi aspetto una sopresa modesta, magari un film discreto con qualche twist ma niente che chiamerei rivoluzionario.
    Però le recensioni dei fan d'oltreoceano sono strapositive (attualmente su IMDB il voto medio è 8 su quasi 17500 voti); ho letto diversi appassionati del cinema horror che sono rimasti entusiasti nonostante dichiarassero di avere già visto tutto il possibile e l'immaginabile nel campo della cinematografia horror.
    Dicono di andare a vederlo senza informarsi troppo sulla trama per non rovinarsi la sorpresa.

    QUOTE
    Costata 30 milioni di dollari e interpretata da Richard Jenkins, Chris Hemsworth, Jodelle Ferland, Anna Hutchinson, Fran Kanz, Jesse Williams e Bradley Whitford, la pellicola “metterà la parola fine a tutti gli altri horror sulle case stregate”. Quel poco che sappiamo vuole i protagonisti rinchiusi in una casa isolata nei boschi, tra mostri, fantasmi e zombie. L’intenzione di Goddard, sceneggiatore di Cloverfield e di varie puntate di Lost ed Alias, è quella di dare una forte scossa al genere horror, come fatto con quello fantascientifico tramite la pellicola diretta da Matt Reeves. A produrre il tutto Joss Whedon, regista di The Avengers.

    Fonte Cineblog

    Che ne dite? Dovrebbe uscire a breve nei nostri cinema.
     
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  2. 32Luglio
     
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    Visto il trailer domenica al cinema, non mi è sembrato nulla di che. Però, viste le recensioni positive, potrei anche sbagliarmi...
     
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    Non so, prima della visione del trailer credevo una cosa, dopo la visione del trailer invece sono un po' incerto. Seguo il consiglio di non approfondire troppo la trama e aspetto di vederlo.
     
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  4. maxxxx2001
     
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    a me il trailer non convince molto, ma stando ai commenti positivi nei vari siti specializzati, probabilmente lo andrò a vedere...
     
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    penso che difficilmente riuscirò mai a trovare un film che mi abbia fatto più "cagare sotto" di Lost Highway (che comunque non è propriamente un horror) ;).

    Questo però sembra simpatico (ma è un remake?)
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  6. capitan F.J.
     
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    tanto tam tam... secondo me sarà bellino ma troppo "cervellotico"
     
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    CITAZIONE (capitan F.J. @ 30/4/2012, 21:10) 
    tanto tam tam... secondo me sarà bellino ma troppo "cervellotico"

    beh non sempre i film son fatti per staccare totalmente il cervello ;)
    Speriamo in bene
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  8. Monjoie
     
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    Anzitutto: ciao. Andrò a presentarmi in apposita sezione ove ne troverò una... :D
    Per ora busso, mi levo il cappello, e saluto.

    Veniamo al dunque.

    Il film l'ho visto qualche giorno fa.

    Decisamente tutt'altro che male, meritevole della visione e financo del noleggio; per gli aficionados si può pensare addirittura a rispolverare l'arcaico rituale dell'acquisto.

    E' vero, il film, come ormai arcinoto, gioca con gli archetipi del genere slasher anni '90, tutti. C'è la bionda troietta, la moretta morigerata, il nero, il palestrato, il nerd, talmente stereotipati da sembrare presi da una puntata di Scooby-Doo. Scopriremo peraltro verso la fine del film che perfino il gruppo in maniera così poco creativa assortito ha un suo perché. Anzi, in un gioco di specchi, qualcuno potrebbe perfino leggere nel film la risposta al "perché alcuni horror (il classico slasher con il gruppo di ragazzotti nei boschi etc. etc) sembrano tutti uguali?".... Non parliamo forse, a rigore, di metacinema, ma la direzione è quella.

    C'è poi il distributore di benzina arruginito nei boschi preso pari pari, ad esempio, da Wrong Turn, con tanto di benzinaio redneck; c'è il camper, il laghetto, la baita nei boschi, ovviamente il sesso come infallibile richiamo per il massacratore di turno, l'erba e via così.

    Insomma, fin qui come uno Shark Night qualsiasi. A differenza tuttavia, ad esempio, che nell'insultante spreco di pellicola di Ellis, qua i classicissimi topoi di un certo horror sono la base su cui costruire un plot meno deficiente e con una lettura più articolata e divertente, anche se lontana dalle leziosità autoreferenziali per iniziati.

    Anche il gioco di riferimenti e citazioni alle volte palesi altre un po' meno immediate, è ricco e va dal boogeyman agli zombi (quelli classici con chiari problemi di coordinazione ed agilità, non i centometristi venuti alla ribalta negli ultimi anni), al licantropo, ad Hellraiser, alla ghost story giapponese o coreana.

    La differenza con i pacchi di citazioni masturbatorie ammaniti da personaggini ampiamente spompati come Tarantino è che qui le citazioni ed i rimandi non sono irritanti leziosità, ma spesso sono funzionali al dipanarsi della trama ed alla creazione del fondale e del canovaccio narrativo nel quale i personaggi troveranno la giusta ordalia.

    Va detto, nemmeno l'idea della regia occulta e sadica (sia pure per un fine che sotto un certo punto di vista perfino quasi giustificherebbe i mezzi) è originalissima, altri hanno usato l'artificio narrativo con le varianti del caso, da The Running Man al recentissimo Hunger Games, a Battle Royale ed altri.
    Altri rimandi portano a Waxwork del 1988, altri per certi versi perfino al Grande Fratello, altri ancora vagamente potrebbero ricordare Lovecraft, od il tema del sacrificio umano come pratica per ingraziarsi le divinità, o magari in un impeto d'amore per il classico, il mito del Minotauro.

    La confezione sontuosa e la fotografia che sfoggia professionalità ma non originalità, come d'altronde già detto del plot, della sceneggiatura e della caratterizzazione dei ragazzotti che vengono mandati al macello, non vanno visti come limiti dovuti a mancanza di originalità, ma si armonizzano per creare il risultato. Non sempre è necessaria (e magari nemmeno utile) l'innovazione e la ricercatezza fine a se' stessa.

    Gli ingredienti insomma non sono magari tutti particolarmente ricercati, ma sono genuini, vari e saporiti; meglio così qualche volta che cercare il preziosismo che ha un sapore strano e lascia affamati. Nonostante tuttavia la semplicità degli ingredienti -ripeto non del tutto originali come alcuni vorrebbero far credere- e la loro eterogeneità, la pietanza é gustosa, e di questo va dato merito al cuoco. Drew Goddard, appunto.

    Non è magari il capolavoro di cui si sente anche parlare, i critici che gridano al mezzo miracolo sono palesemente troppo limitati al mainstream (mi piacerebbe leggere l'opinione di qualche appassionato serio e competente tipo Elvezio De Sciallis o quegli altri due o tre che in Italia sanno scrivere una recensione di un horror senza la banalità di un critico della stampa generalista o viceversa gli isterismi di un fan), ma è un bel film che piace e diverte, senza lasciare ne' fame ne' disgusto o acidità. Una boccata d'ossigeno beneficamente lontana dalla spazzatura gorn; dagli inutili sadismi ad un tanto al chilo di quell'inetto di Eli Roth (non a caso gratificato dell'endorsement di un altro fesso che meglio avrebbe fatto a tentare il concorso alle poste: Tarantino) alle porcherie putrescenti per un pubblico di malati in stile August Underground o A Serbian film.

    Consigliato.

    Voto: 7 1/2

    Nel congedarmi genuflettomi doverosamente allo staff tutto per avermi a tempo debito iniziato ai Misteri dell'Asylum e della Croce dalle sette pietre.
     
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    Grande Monjoiei!!!!ù
    Ottima disamina, credo molto in questo film e sono contento che finalmente uno (tipo te) lo elogi come meriti.
    Fregatene pure di cercare la sezione di presentazione: non c'è :D
    Basta che scrivi che sei Monjoie e cosa ti piace e sei a posto con noi :) poi, opzionalmente, potrai anche dirci da ndo scrivi e che fai nella vita....ma non è che sia proprio obbligatorio, eh :lol:
     
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    CITAZIONE (Monjoie @ 7/5/2012, 17:20) 
    Anzitutto: ciao. Andrò a presentarmi in apposita sezione ove ne troverò una... :D
    Per ora busso, mi levo il cappello, e saluto.

    Veniamo al dunque.

    Il film l'ho visto qualche giorno fa.

    Decisamente tutt'altro che male, meritevole della visione e financo del noleggio; per gli aficionados si può pensare addirittura a rispolverare l'arcaico rituale dell'acquisto.

    E' vero, il film, come ormai arcinoto, gioca con gli archetipi del genere slasher anni '90, tutti. C'è la bionda troietta, la moretta morigerata, il nero, il palestrato, il nerd, talmente stereotipati da sembrare presi da una puntata di Scooby-Doo. Scopriremo peraltro verso la fine del film che perfino il gruppo in maniera così poco creativa assortito ha un suo perché. Anzi, in un gioco di specchi, qualcuno potrebbe perfino leggere nel film la risposta al "perché alcuni horror (il classico slasher con il gruppo di ragazzotti nei boschi etc. etc) sembrano tutti uguali?".... Non parliamo forse, a rigore, di metacinema, ma la direzione è quella.

    C'è poi il distributore di benzina arruginito nei boschi preso pari pari, ad esempio, da Wrong Turn, con tanto di benzinaio redneck; c'è il camper, il laghetto, la baita nei boschi, ovviamente il sesso come infallibile richiamo per il massacratore di turno, l'erba e via così.

    Insomma, fin qui come uno Shark Night qualsiasi. A differenza tuttavia, ad esempio, che nell'insultante spreco di pellicola di Ellis, qua i classicissimi topoi di un certo horror sono la base su cui costruire un plot meno deficiente e con una lettura più articolata e divertente, anche se lontana dalle leziosità autoreferenziali per iniziati.

    Anche il gioco di riferimenti e citazioni alle volte palesi altre un po' meno immediate, è ricco e va dal boogeyman agli zombi (quelli classici con chiari problemi di coordinazione ed agilità, non i centometristi venuti alla ribalta negli ultimi anni), al licantropo, ad Hellraiser, alla ghost story giapponese o coreana.

    La differenza con i pacchi di citazioni masturbatorie ammaniti da personaggini ampiamente spompati come Tarantino è che qui le citazioni ed i rimandi non sono irritanti leziosità, ma spesso sono funzionali al dipanarsi della trama ed alla creazione del fondale e del canovaccio narrativo nel quale i personaggi troveranno la giusta ordalia.

    Va detto, nemmeno l'idea della regia occulta e sadica (sia pure per un fine che sotto un certo punto di vista perfino quasi giustificherebbe i mezzi) è originalissima, altri hanno usato l'artificio narrativo con le varianti del caso, da The Running Man al recentissimo Hunger Games, a Battle Royale ed altri.
    Altri rimandi portano a Waxwork del 1988, altri per certi versi perfino al Grande Fratello, altri ancora vagamente potrebbero ricordare Lovecraft, od il tema del sacrificio umano come pratica per ingraziarsi le divinità, o magari in un impeto d'amore per il classico, il mito del Minotauro.

    La confezione sontuosa e la fotografia che sfoggia professionalità ma non originalità, come d'altronde già detto del plot, della sceneggiatura e della caratterizzazione dei ragazzotti che vengono mandati al macello, non vanno visti come limiti dovuti a mancanza di originalità, ma si armonizzano per creare il risultato. Non sempre è necessaria (e magari nemmeno utile) l'innovazione e la ricercatezza fine a se' stessa.

    Gli ingredienti insomma non sono magari tutti particolarmente ricercati, ma sono genuini, vari e saporiti; meglio così qualche volta che cercare il preziosismo che ha un sapore strano e lascia affamati. Nonostante tuttavia la semplicità degli ingredienti -ripeto non del tutto originali come alcuni vorrebbero far credere- e la loro eterogeneità, la pietanza é gustosa, e di questo va dato merito al cuoco. Drew Goddard, appunto.

    Non è magari il capolavoro di cui si sente anche parlare, i critici che gridano al mezzo miracolo sono palesemente troppo limitati al mainstream (mi piacerebbe leggere l'opinione di qualche appassionato serio e competente tipo Elvezio De Sciallis o quegli altri due o tre che in Italia sanno scrivere una recensione di un horror senza la banalità di un critico della stampa generalista o viceversa gli isterismi di un fan), ma è un bel film che piace e diverte, senza lasciare ne' fame ne' disgusto o acidità. Una boccata d'ossigeno beneficamente lontana dalla spazzatura gorn; dagli inutili sadismi ad un tanto al chilo di quell'inetto di Eli Roth (non a caso gratificato dell'endorsement di un altro fesso che meglio avrebbe fatto a tentare il concorso alle poste: Tarantino) alle porcherie putrescenti per un pubblico di malati in stile August Underground o A Serbian film.

    Consigliato.

    Voto: 7 1/2

    Nel congedarmi genuflettomi doverosamente allo staff tutto per avermi a tempo debito iniziato ai Misteri dell'Asylum e della Croce dalle sette pietre.

    Non vedo l'ora di vedere il film per leggere la tua recensione :)
     
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    Totonno O' Cafone

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    Benvenuto Monjoie ;)
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  12. Monjoie
     
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    Onorato, Eminentissimo. :B):
     
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  13. Raminchia-
     
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    Visto oggi, non è malaccio ma è stato abbastanza al di sotto delle mie aspettative.
    Senza spoilerare proverò a raccontare la mia esperienza e cosa ne penso.
    All'inizio ti fai un'idea (abbastanza sbagliata) di quello che è il quadro generale della vicenda; però ascoltando i dialoghi che avvengono in un certo "contesto" scopri che sembrano senza senso e le cose non tornano. Non che suonino misteriosi o altro ma sono proprio contorti e ciò desta l'interesse nei riguardi della "cornice" entro cui si svolge la storia.
    Verso metà del film puoi intuire correttamente l'idea di fondo grazie a una battuta non proprio mascherata (scelta scellerata imho), ma sono molti i dettagli che sfuggono e così attendi ansioso che ti siano rivelati nel finale, e questo contribuisce a stuzzicare ulteriormente la curiosità dello spettatore.
    La parte finale è però quella deludente: ti costringe a volgerti indietro riconsiderando l'intera vicenda per mostrare semplicemente come raffazzonato sia l'impianto del film. Sembra che l'autore abbia voluto fare una metafilm sui clichè horror, accatastando citazioni e situazioni appositamente stereotipate ma anzichè raccordarle e fornirgli un senso si limita a tirare fuori alla fine una spiegazione grottesca che è a sua volta intenzionalmente basata su uno dei grandi clichè del cinema horror. La quale però essendo il perno su cui si muove la trama ha l'effetto di togliere spessore a quanto visto fino a quel momento.
    Lasciando senza risposta numerosi interrogativi molto probabilmente perchè al regista interessava più costruire una determinata aspettativa nello spettatore (così come è chiaro anche dal trailer) che articolare una storia vera e propria.
    Voto: 6
    P.S. Non c'e neanche un'attrice degnamente figa in questo film e ciò va contro uno dei pilastri su cui è appunto basato. :D
     
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    Visto ieri, al cinema: Grandioso!!!!!!

    Mentre Joss Whedon si preparava a dirigere il colossal The Avengers, ha anche scritto e prodotto questo piccolo film horror, leggermente fantascientifico: Quella Casa Nel Bosco. Sembrerebbe unn classico slasher-movie pieno di teen-ager da ammazzare, la solita baita sperduta del titolo, i soliti mostri, le solite atmosfere. In realtà il film è ben di piu di quello che sembra: è un atto d'amore al genere cinematografico e il film horror definitivo, dopo il quale i prossimi che verrano mai realizzati non saranno piu così credibili, dal momento che Quella Casa Nel Bosco spiega praticamente tutto. Anzi spiega tutti i precedente film horror, i perchè e i percome, il perchè le vittime sembrano sempre avere le stesse caratteristiche, perchè si comportano sempre alla stessa maniera, perchè i personaggi "sembrano" stereotipati. Un incrocio tra Truman Show, dove tutto era pilotato da una cabina di regia con l'inconsapevolezza del protagonista, e la saga di Scream, che omaggia anch'essa alcuni tipici stereotipi del genere horror-slasher. Ma qui, oltre a omaggiarli, vengono anche spiegati e la trama del film è davvero sorprendente e da fiato sospeso, e non perchè facciano paura gli effeti speciali o i mostri, ma perchè fanno paura le intenzioni (di chi sta dietro le quinte) e le conseguenze (dei personaggi). Effetti truculenti non ce ne sono tanti e il film è piu che godibile anche a chi soffre di stomaco. Quella Casa Nel Bosco cita con simpatia molti film, anche solo con una inqudratura, un vestito o un concetto: si va dal gia citato Truman Show, passando per Hellraiser, Non Aprite Quella Porta, il primo Resident Evil, The Mist, The Cubo Zero (e qui molto, direi), molti altri ma soprattutto La Casa (Evil Dead) anche perchè quella del titolo è uguale a quella che ci mostrò, all'epoca, Sam Raimi nei suoi La Casa 1 e 2, stessa baita nella stessa località, situata vicilno allo stesso lago (Cristal Lake) della saga di Venerdì 13, e addirittura si tirano in ballo I Miti Di Chtulu e Gli Antichi di H.P. Lovercraft.
    Un film con un finale del tutto inaspettato, come del resto la tutta la trama stessa, che lascia molto su cui pensare e riflettere, pur lasciando semplicemente senza fiato. Quella Casa Nel Bosco è ben piu di cio che sembra.

    Nel cast si segnalamo il sempre bravo caratterista Richard Jenkins e Chris Hemswotrh, gia padre di Kirk nel reboot abramsiano di Star Trek e Thor (anche qui in compagnia di Joss Wedhon). Carine cmq le tipe, non troppo appriscenti ma credibili, e il contorno di attori televisivi (c'è pure il mulatto dagli occhi azzurri di Grey's Anatomy). Finalone con la grandissima Sigourney Weaver!!!!

    Edited by v for vendetta - 29/5/2012, 20:59
     
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  15. Tabrith
     
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    Un film da nerd lo devo vedere per forza! Vista poi l'esegesi che ne fanno eminentissimi forumisti immagino che andrò sul sicuro.
     
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31 replies since 26/4/2012, 08:17   888 views
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