Contagion (2011)

Il primo Disaster Movie "biologico"

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    Gappa
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    Io adoro i disaster movie. Anzi, sono il mio genere preferito.

    Contagion_cover

    Il filosofo tedesco Immanuel Kant nella sua Critica del Giudizio spiega che il sentimento del "sublime" provato dall'uomo va distinto in due tipi: il sublime “matematico” e quello “dinamico”. Il primo, a grandi linee, è sentito dall'uomo nel momento in cui egli contempla la natura e la sua maestosità, il secondo è provato quando egli osserva la potenza distruttiva della natura (trovandosi però a debita distanza) al cui cospetto l'uomo prende coscienza dei propri limiti.
    E' per questo motivo che, fin dalla prima visione di The Day After Tomorrow a 12 anni e, ancora prima, di Godzilla dello stesso Emmerich, rimasi stupefatto e sbalordito della distruzione a livelli megascopici che veniva proiettata su schermo non capendone appieno le motivazioni fino all'ultimo anno delle superiori. La conferma arrivò con il kolossal 2012 che ad oggi rimane uno dei miei film preferiti per le ottime e numerose sequenze di cataclismi, summa di tutti gli elementi dei disaster movie che fino a quel momento erano stati pensati e filmati, da Poseidon agli scorsi lavori di Emmerich passando per Tornado e Vulcano - Los Angeles 1997.

    Ho provato un'emozione simile di fronte a Contagion approdato questo stesso mese nelle sale nostrane e diretto da uno Steven Soderbergh più in forma che mai. Il tipo di regia ricalca molto quella di Emmerich e dei disaster movie a cui ci ha abituato, con uno sviluppo inizialmente lento durante il quale vengono presentati i numerosi personaggi le cui storie sono destinate a incontrarsi, i lunghi dialoghi fra gli esperti in materia che si prodigano a predire una fine rapida e inarrestabile con tanto di grafici e simulazioni al computer, ma si differenzia per un elemento sostanziale: questa volta la forza distruttrice capace di stroncare migliaia di vite è invisibile.

    Un nuovo tipo di virus, la cui natura e provenienza è sconosciuta, si sta infatti diffondendo velocemente nella popolazione mondiale attecchendo nelle principali città del globo e propagandosi ad una velocità spaventosa. I protagonisti, dall'uomo comune che ha perso moglie e figlio alle autorità preposte a vigilare sui casi di epidemie su larga scala, dai medici e ricercatori fino allo pseudo-giornalista-blogger si ritroveranno tutti a temere il pericolo di essere infettati da un nemico da cui è impossibile difendersi fino a un vaccino sicuro.
    Similmente a quanto accadeva in 2012, poi, si evince il tema della supremazia dei paesi economicamente più avanzati sui paesi poveri e sottosviluppati e il loro essere disposti a sfruttarli o ignorarli a piacimento (i cinesi che costruivano le arche nella pellicola di Emmerich, il quartiere di Hong Kong da cui si pensa sia partita l'epidemia e che si trova "in fondo alla fila" per ricevere i vaccini necessari, qui) mentre un'altra critica che viene mossa è nei confronti della cosiddetta "informazione libera" quella cioè che, senza mediazioni, arriva su internet portando con se, a volte, gravi e inaspettate implicazioni, soprattutto in un clima di tensione e paura dove il popolo è più facilmente influenzabile e dove le teorie del complotto possono attecchire meglio.

    Bello anche il tema del virus della paura che riesce a diffondersi più velocemente di quello "biologico" del titolo e che porta la società sull'orlo del burrone con episodi di violenza e un completo abbandono dei posti di lavoro dal market alle scuole, dagli ospedali alle centrali di polizia. Interessanti i riferimenti al virus H1N1 che ha fatto tanto rumore nei notiziari in maniera immotivata come anche le stime del "numero di contagio", dei modi in cui un virus si propaga e dei mezzi che vegono utilizzati per far fronte a una vera epidemia che vengono spiegate con dovizia e precisione e affondano a piene mani nel bagaglio scientifico dei centri antiepidemie. Un lavoro certosino testimoniato dal fatto che, per girare al meglio il film, il regista Steven Soderbergh ha collaborato con il CDC ed ha anche lavorato con un gruppo di consulenti scientifici.

    La paura che si respira per tutta la durata della pellicola è resa ancora più reale dal pericolo effettivo che una situazione del genere possa realmente verificarsi in un futuro prossimo, come sempre ci tengono a ricordarci i produttori di tali pellicole per aumentare la curiosità degli spettatori intorno alla stessa.

    Infine, se non vi siete ancora addormentati ma la mia piuttosto lunga recensione vi è piaciuta, se non l'aveste già fatto, non posso che consigliarvi vivamente la visione del film, magari, dopo averlo visto, ci penserete due volte ad aggrapparvi alle maniglie della metro senza guanti....

    Edited by FrankBlack - 1/10/2011, 12:16
     
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    Me lo sono perso ma spero di recuperarlo al piu presto. Sono anche io un entusiasta di questi generi, come Frank Black :)
     
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    dalla casa dalle finestre che ridono

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    Il film mi e' piaciuto forse perché a differenza di tutti i disaster movie e' reale, 2012 e via dicendo con tutte quelle catastrofi mi facevano perdere il senso con la realta', mentre Contagion e' ce una sberla che ti risveglia e ti fa capire che quello che stai guardando può succedere davvero. Un virus può essere davvero la nostra fine.
     
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    Recuperato, visto e.....
    bhe, Sodeberg è sempre Sodeberg, con quel taglio realistico, la luce giallastra, la camera a mano.....però il film impressione anche e soprattutto per quello. ,Notevole. Purtroppo passato totalmente inosservato e pure leggermente censurato nei dialoghi: infatti l'epidemia sarebbe nata in Cina a causa delle scarsissime condizioni igieniche ma essendo i cinesi, oltre che proprietari di mezzo mondo, pure permalosissimi (non potrebbe andar peggio per il nostro mondo del futuro) ecco che invece della Cina hanno cambiato, mi pare, con la Malesia (che tanto è internazionalmente innocua).
     
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  5. supergamera
     
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    proprio brutto
     
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4 replies since 30/9/2011, 15:49   283 views
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