Demolition Man

riflessioni cinematografiche e sociologiche

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  1. Jimmy Matthews
     
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    La segnalazione di Mak-O))) di questo film tra le schifezze in tv mi ha colpito molto, possibile che la nostra amica così attenta e così brava nel creare questa empatia tra noi e gli squali, aprendo le nostre menti e i nostri cuori a questi giocosi animali marini, si perda però nell'analizzare una delle più alte vette dell'ingegno umano, liquidando come un filmaccio una così splendente perla?

    Comunque io sono un amante del film in questione, ho addirittura il libro di Richard Osborne (ispirato dal film e non il contrario, immaginatevi quale capolavoro posso sfoggiare nella mia libreria). L'ho sempre considerato una divertentissimo film giocattolo almeno fino a qualche mese fa, quando lessi il libro "Mindfucking - come fottere la mente" del criminologo Stefano Re.
    Nella prefazione il buon Re presenta una riflessione su film come "Rollerball", "Fight Club" e "Matrix", opere in cui lo spettatore si immedesima in personaggi presentati come positivi, ma che in realtà sono dei pericolosi sovversivi che combattono un sistema di leggi e regole, che nel caso del primo film servono addirittura a mantenere il mondo senza criminalità e conflitti.
    Un caso simile a "Demolition Man", visto che Stallone piomba in una società senza particolari conflitti, se si esclude la presenza di uno sparuto gruppo di ribelli costretti a vivere nei sotterranei e che sono più fastidiosi che pericolosi.
    Certo, in questo film c'è la minaccia dell'avidità nei vertici della società, non sto a sottilizzare altrimenti spoilero, ma chi ha visto il film sa di cosa parlo.
    Però, togliendo questo, rimane che John Spartan alla fine è l'eroe che tutti acclamiamo nonostante sia un disadattato in una società presentata come quasi perfetta (seppur con una notevole dose d'ironia usata dal regista), società che poi lui stesso contribuirà a distruggere facendo esplodere tutto l'esplodibile e non, parolacciando dall'inizio alla fine del film (dai, che tutti ci siamo goduti il suo turpiloquio senza il quale non avrebbe potuto avere le mutande pulite), e distruggendo una ad una tutte le sicurezze degli altri personaggi, portandoli in un mondo in cui la libertà individuale vale più di tutto, anche di una vita in comunità serena e senza preoccupazioni, in cui i poliziotti non sanno nemmeno gestire un conflitto a fuoco perché non ne hanno mai avuto uno.
    Mettiamoci anche che il regista si diverte anche a lanciare un'inquietante previsione sul secolo appena concluso: alla fine tutto ciò che sopravviverà saranno le cianfrusaglie che colleziona il personaggio della Bullock? Noi siamo (o siamo stati visto che siamo nel XXI secolo) ciò che possediamo e basta?

    Aggiungo che non ho mai letto il libro che avrebbe ispirato questo film ("Il mondo nuovo" di Aldous Haxley), anche perché sapete che io non leggo libri che non sono scritti da Platinette o Fabrizio Corona. Scherzi a parte, la cosa mi dispaice perché sarebbe stato interessanto un confronto con il film.

    Discorso simile si potrebbe fare pure con l'ottimo "Pleasentville"*, che però viene presentato proprio come film fatto per riflettere e quindi sarebbe troppo semplice starlo ad analizzare, invece è molto più divertente farlo con "Demoliton Man" perché mentre ci chiediamo se è meglio essere schiavi perfetti o liberi imperfetti ci godiamo Stallone impegnato con le tre conchigliette, i protagonisti che degustano hamburger di topo, e Wesley Snipes che fa saltare le cervella a mezza città.

    * ovviamente lo potrei fare anche con altre opere letterarie o cinematografiche, l'esempio mi serviva solo per fare le successive battute.
     
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11 replies since 25/10/2010, 21:16   225 views
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