Sbirri

cadono le palle come le foglie d'autunno

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  1. figlionumero1
     
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    Un paio di settimane fa ho avuto la fortuna/sfortuna di vedere questa perla assoluta della bruttezza trasmessa in prima tv da Canale 5, segue recensione e pagliaccesco monologo di Raoul Bova tratto dal film:

    Vi serve un modo efficace per convincere i vostri figli a iniziare a drogarsi? Fategli vedere Sbirri! Già perchè un docu-film con protagonista Raoul Bova, mal diretto, con una recitazione (nelle parti di fiction) degna della telenovela Turbamenti e pieno zeppo di un moralismo da quattro soldi che manco Don Mazzi, non può far altro che ottenere l'esatto effetto opposto rispetto a quello voluto. La trama, se così si può definire, ruota attorno alla figura di Bova, giornalista d'assalto che ha fatto reportage estremi in tutto il mondo, a cui muore il figlio di 16 anni dopo essersi calato una pasta durante un viaggio a Milano con alcuni amici. L'impavido reporter decide così di realizzare un servizio sulla droga nel capoluogo lombardo, seguendo in prima persona le operazioni di un gruppo di poliziotti che agiscono in borghese per fermare lo spaccio di droga; la scelta del nostro eroe ha ripercussioni "drammatiche" sulla sua vita: abbandona la moglie incinta (e di una bruttezza davvero considerevole...) e diventa ossessionato dalla ricerca della verità sulla morte del figlio. Da qui parte un intreccio tra patetiche scene recitate malissimo e vere azioni della squadra anti-spaccio in stile Cops (queste davvero esilaranti). Nella parte di fiction spiccano l'orrenda moglie, inutile ai fini della storia e cagna come poche, e il capo della squadra di poliziotti (almeno lui non è un attore!); ovviamente Bova fa sempre la sua porca figura, da mattatore del brutto qual è. Come detto il tutto è condito da un moralismo davvero nauseante, a partire dal figlio di Bova, bravo ragazzo traviato dalla figa che alla prima e unica pasta della sua vita ha tirato le cuoia, fino allo sbirro che si bulla con i ragazzi che ferma dicendo di essere cresciuto in un quartiere malfamato e di non aver mai provato neanche una droga leggera; senza contare la scena patetica in cui Bova (reporter che ha visto di tutto teoricamente) vomita dopo aver visto arrestare un ragazzo di 20 anni che spacciava. Se tutto questo non bastasse, anche la regia è assolutamente imbarazzante con un montaggio da videoclip fastidiosissimo e la sceneggiatura è davvero ai minimi storici: sono contemplate come normali le conversazioni tra due persone in città diverse senza alcun medium o i soliloqui. In conclusione un filmbrutto davvero pesante, per certi versi imperdibile e pagliaccesco al massimo soprattutto perchè aveva pretese davvero enormi rispetto al risultato.

    Voto: 1 teschio rotto
    Se ti piace guarda anche: la santa messa, A sua immagine
    Consigliato a: filmbruttari esperti, cultori di Raoul Bova

     
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  2. minmei
     
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    si ho visto qualche spezzone e non ho capito un tubo!!!
     
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1 replies since 20/9/2010, 17:28   96 views
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