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Dolce e voltagabbana.
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Bello è riduttivo, Il film è del 1969, ma la sua forza satirica è intonsa, come il sostegno al nostro Premier che è ancora premiatissimo dai sondaggi e dal televoto di Monica Setta.
A sostegno dell'importanza dell'opera riporto alcuni commenti da un sito di cinema non frequentato solamente da comunisti:
Divenuto leggendario per la sua invisibilità, oltre che per il titolo, è una satira sui comunisti da parte di un ex spretato, attraverso le "vicende" di Benedetto, militante fanatico che assume pose e sembianze di Baffone, e di Helmut Berger sfavatissimo fotografo (ispirati a Kim Arcalli e Giulio Questi). Privo di struttura (pardon, dalla "struttura liberissima"), anche un po' scalcagnato, ma godardiano/pop, divertente come reperto d'epoca per i ghiottoni del modernariato sessantottardo. Grande Margaret Lee, bellissima e che si doppia da sè!
Satira del comunismo, del Georgiano più cattivo della Storia e di chi lo segue più per moda che per convinzione, scritta e diretta proprio da un ex giornalista vicino al partito filosovietico. Liverani definisce il suo stile particolare, riconoscibile anche nel successivo Il solco di pesca: persistenti commenti della voce fuori campo, musiche dilaganti, anomìa narrativa, spunti erotici, mistici ed onirici, fotografia chiaroscurale. Bellissime la Monti e la Lee: aristocratica e scultorea la prima, simpatica oca la seconda.
• MOMENTO O FRASE MEMORABILI: Il comunistissimo Benedetto che, quando gli capita di alzare la mano destra si sente insultare: "A fascista!!"..