Pathfinder

il vichingo che era meglio stesse a casa

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  1. Monjoie
     
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    Regia: Marcus Nispel

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    Marcus Nispel viene dai video musicali e si vede. Certo, gli va dato atto che dall'andazzo videoclipparo sta cercando di emendarsi e magari potrebbe essere sulla buona strada, ma il ragazzo ancora ha da farsi. Non depone comunque a suo favore essersi l'anno scorso reso poi complice di un altro abominio, il "remake" (...) :lol: di Conan the barbarian.

    Anche se, va detto, nel disutile Pathfinder le maggiori colpe non sono forse da attribuirsi al regista, ma in primis al cane che ha steso la sceneggiatura.

    Va detto, d'altronde, che per contro la fotografia -l'unico aspetto di 'sta zozzeria che si salva con ampia sufficienza- è curata, suggestiva e dona anche scenari sontuosi che, se non impediscono al film di affondare, almeno consentono di mettere a mare qualche scialuppa.

    Passiamo al dunque, la trama non ha soverchia importanza: un ragazzino vichingo non è abbastanza feroce per le aspettative di babbo vichingo che deluso lo frusta a sangue e poi -sembra- lo abbandona, comunque all'inizio del film il pupo viene trovato tra i resti di un naufragio.

    Il ragazzino viene raccattato dalla solita pellerossa guidata da un cavallo bianco che sembra Ombromanto del Lidl, che si sà, i nativi americani sanno interpretare i segni etc. Degna di nota la somiglianza della sciura (che poi adotterà il pupo) con Mariangela Fantozzi.

    Facciamola breve, il ragazzino cresce, poi i Vichinghi tornano, ammazzano crudelmente e con buon spargimento di budella un bel po' di Indiani, il nostro al momento della mattanza è provvidenzialmente lontano, poi si ficca tutto frullo nel campo vichingo in mezzo a due dozzine di Berserker armati fino ai denti, poi scappa, si fa correre dietro, fa ammazzare ancora un bel po' di gente, poi con astuzia e saggio uso della spada, ammazza tutti i Vichinghi visto che ormai si sente Indiano, fine del film. C'è l'Indiana belloccia, lo sciamano saggio e solite minchiate.

    Non c'è nulla che va. La trama non appassiona, non c'è un filo narrativo, non si prova empatia per alcuno.

    I combattimenti non coinvolgono, l' "eroe" è un Karl Urban che non si sa cosa gli è capitato, sarà l'aria del film, si sarà fumato una rampa di calumet, c'ha dato dentro con l'acqua di fuoco, non so. Fatto sta che per trovare un altro protagonista con 'na simile faccia da fesso, devo scavare non poco nella memoria.

    Probabilmente superfluo specificare che il nostro, pur non avendo mai impugnato una spada in vita sua, alla prima occasione di farlo massacra agevolmente guerrieri rotti a mille battaglie e che con la spada in mano ci dovrebbero esser nati, ma tant'è. Nelle spregiudicate tecniche di guerriglia adottate dal cialtrone non mancherà il lancio dello scudo in stile Capitan America (sic) e l'astuta tattica dell'attirare la cavalleria nemica sul ghiaccio sottile. Non parrà meritevole di biasimo chi trova assai difficile che si sia voluto qui fare un omaggio ad Alexander Nevsky.

    Gli Indiani fanno gli Indiani e non hanno altro referente gnostico se non andare in giro vestiti come Lungo Fucile e Pocahontas e farsi massacrare alla bisogna.

    Altra cosa che irrita non poco è la caratterizzazione dei Vichinghi, ok voler trasfigurare il pericolo ed il terrore, ok disumanizzare il cattivo, ma qua siam al ridicolo. Trattasi di un manipolo di energumeni minimo di due metri l'uno, che si esprimono per grugniti e -giuro- ruggiti. Sono qualcosa a metà fra un orco con tanto di muschio sulla pelliccia, gli uomini orso de Il tredicesimo guerriero -che peraltro a confronto di 'sta lordura sembra qualcosa a metà fra Moodysson e Bergman- i guerrieri di Thulsa Doom nel primo Conan, e gli Uruk-Hai del Signore degli Anelli.

    Ora, va bene che il bianco maschio occidentale è sempre cattivo e violento, va' be' che ovviamente gli sconfitti di qualsiasi epoca storica (purché bastantemente lontana, chiaro!) sono sempre più saggi ed in armonia con la natura, va bene tutto, ma il senso del ridicolo ogni tanto bisognerebbe metterlo in conto.

    Un brutto film senza la dignità del film brutto. Da vedere, se proprio dovete, come traino a qualcosa di più serio nella medesima serata, mentre si mettono le tartine a forno e con uso senza remore del tasto FFWD.



    Voto: 4/5

    Edited by Monjoie - 10/5/2012, 16:03
     
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24 replies since 30/4/2009, 10:42   391 views
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