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the Saint of Killers
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Concordo, Woo era intoccabile quando girava a muzzo suo ad Hong Kong...
Disse in un'intervista che i produttori locali, a quei tempi, lasciavano praticamente carta bianca ai realizzatori, se il film andava bene allora continuavano a sovvenzionarli, se andava male erano finiti, punto. Woo arrivava sul set con cinque o più macchine da presa che riprendevano ogni scena al rallentatore da ogni angolazione possibile, istruiva gli attori su cosa succedeva nella scena e poi lasciava tutti liberi di interpretarlo come pareva a loro. Poi, in sala di montaggio decideva che che scene tenere e quali scartare, quali inquadrature utilizzare fra le millemila girate, se mandare una scena a velocità normale o rallentarla.
Ora, non so quanto un racconto del genere possa corrispondere alla realtà, ma è significativo dello stile di lavoro e di regia di quegli studi: molta improvvisazione, molto pragmatismo, molto lavoro sul campo, grande capacità di ogni singolo membro della troupe.
Ovviamente tutto questo a Hollywood è inimmaginabile: la preproduzione regna sovrana, ogni singolo elemento dalle inquadrature allo stile di recitazione, dalle luci ai costumi, viene deciso a tavolino mesi prima di toccare una videocamera, specie per le scena d'azione che richiedono uso di effetti speciali e apparecchiature particolari; tutto quello che viene dopo la preproduzione è semplice esecuzione letterale di ciò che è stato deciso (tanto che spesso la post produzione viene divisa fra più studi che lavorano in contemporanea senza quasi confrontarsi).
Ovvio che in un ambiente così un tipo come Woo non possa realizzare che boiate...
Ma i due A better tomorrow non si toccano...!
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32 replies since 20/10/2008, 20:44 465 views
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