The cavern

2005, Olatunde Osunsanmi

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    Shakma
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    Quella lavagna luminosa accanto al cimitero

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    Un gruppo di speleologi di originale assortimento (un nero incazzuso, la sua fidanzata dolce, il ragazzone americano, la sua fidanzata peperina, l'ispanico figlio di uno sciamano, il nerd imbranato e un tizio che non ho capito chi fosse, ma tanto muore subito) si recano in Kazakhstan ad esplorare una grotta senza avvertire nessuno (sicurezza rules!)
    La prima mezz'ora di film trascorre allegramente di fronte al fuoco, tra goliardici racconti di gambe scambiate per qualcos'altro, gente che s'incula da sola, sveltine nelle grotte, rimorsi per vecchi compagni e fidanzate lasciate morire e lunghe, lunghissime disquisizioni sul significato filosofico della speleologia (?).
    Ma la vera anima del film si rivela nel momento in cui si entra nella caverna: una telecamera a mano retta da un parkinsoniano inquadra, spesso sottosopra, personaggi malamente illuminati da luci intermittenti e qualche cosa come mezzo metro quadro di roccia di cartone; il colpo di grazia all'occhio dello spettatore sono le torce sugli elmetti che sparano dritte in camera, tutte rigorosamente sovraesposte e virate al rosso. Al di là degli scherzi, sconsiglio seriamente la visione a chi ha problemi di vista legati agli sbalzi di luce, specialmente quando cominciano a scattare foto a raffica con il flash!
    Com'è, come non è, i nostri cominciano a morire come mosche, letteralmente sventrati da una misteriosa, gigantesca creatura che fa tremare il terreno quando cammina, blocca i passaggi con immensi massi e resiste alle pallottole; tra inquadrature mosse, buie e sfocate, del mostro si capisce solo che grugnisce e ha una grossa lancia.
    Dopo quasi un'ora di pellegrinaggi attraverso le profondità della terra, persino i nostri eroi si accorgono che le rocce cui passano davanti sono sempre le stesse e capiscono di aver girato in tondo.
    Nel gran finale, le due tipe, uniche sopravvissute del gruppo, si risvegliano dentro ad una grotta chiusa da un gigantesco masso completamente nude, ricoperte solo da una pelle d'orso; nella grotta trovano un fuoco acceso, dell'acqua, un'ala di aeroplano, una valigia con dentro la foto di un bambino e della carne allo spiedo che mangiano avidamente, finché non si accorgono che si tratta di uno dei loro compagni, al che vomitano abbondantemente in camera. A quel punto il gigantesco essere entra nella grotta, si toglie il teschio che ha in capo e rivela la propria natura umana, le nostre eroine capiscono che si tratta del bambino della foto (ipotesi avvalorata da un opportuno flashback) e gliela mostrano; il bruto si commuove, ma poi s'incazza e impala una delle due con l'enorme lancia.
    Il film si chiude sul brutale stupro dell'altra ragazza.

    Non ho parole, è proprio un filmbrutto di quelli...
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  2. Gennosuke93
     
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    c'è al mio blckbuster...che dici lo noleggio?
     
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    Shakma
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    L'esperienza è notevole e credo vada provata, ma ripeto: se ti danno fastidio le luci intermittenti e la camera a mano evita, non mi voglio assumere la responsabilità di aver causato attacchi epilettici a qualcuno!
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2 replies since 11/10/2008, 19:38   147 views
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