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Domi Plan 9.
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Appena visto.
La fattoria isolata e semi-diroccata conferisce una particolare aura di decadimento e totale distaccamento dal mondo.
In un certo senso mi è piaciuto.
Il punto però rimane: questo film è davvero un'enorme stronzata-shock per lo spettatore, del genere ''chissenefrega di quel che faccio tanto alla fine c'è gente a cui piacerà e che gli daranno un senso artistico'' o può sembrare un progetto serio con delle metafore non banali ma di non facile interpretazione?
Mi ha ricordato molto i film di Ciprì & Maresco, gli elementi religiosi di base (in questo caso i canti di sottofondo) messi in contesto da risultare quasi blasfemo, i luoghi allucinati e apocalittici ricordano molto quelli de Lo zio di Brooklin (1995) e di Totò che visse due volte (1998), guardando questo film si possono trovare parecchi punti di contatto. Chi l'ha visto cosa ne pensa di questa mia teoria?.