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Lyndon B. Mallow.
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sìsìsì, a scienze della comunicazione c'è gente che non ha voglia di fare un cazzo, bla bla bla, e lettere e filosofia è una massa di idioti, bla bla bla bla bla, e voi non fate nulla, bla bla, e il classico è inutlile, bla bla bla, e non serve a nulla il greco, bla bla bla bla....
altri luoghi comuni?
comincio io: i neri hanno l'uccello grosso.
e vivono di anguria e pollo fritto. -
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Bhe, ma è vero 
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Lyndon B. Mallow.
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a quale luogo comune ti riferisci? . -
Soshito Nakakata.
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guarda che io scienze della comunicazione l'ho fatta, e me ne sono andato al terzo anno perchè a torino la situazione, tra programma didattico e segreterie era insostenibile. ho preferito trovarmi un lavoro
e poi scusa, che senso ha fare le cose che servono veramente nel mondo del lavoro dalla specialistica, mentre nei primi tre anni si studia roba inutile come linguaggio radiofonico , microeconomia , linguistica , ecc... solo per spillare migliaia di euro agli studenti? uno schifo, davvero. a momenti al corso di informatica ti insegnano ms-dos mortacci loro. -
Lyndon B. Mallow.
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in primo luogo a me piace avere una cultura. Infatti studio perché mi interessa sapere le cose, anche perché se studiassi con l'illusione di prepararmi il terreno per trovare facilmente un lavoro valido e nel mio campo... be', non lo farei. Di sicuro. Anche perché sennò non mi sarei sbattuta 5 anni al classico con il greco. Per quanto possa sembrar strano, ci sono persone a cui coltivare il proprio sapere anche solo per gusto personale piace.
L'università italiana è un modo favoloso di fregare soldi agli studenti, è vero. Infatti ci sono molti studenti incazzati neri. Ma se si vuol fare l'università per qualche motivo, bisogna passarci. E TUTTE le segreterie fanno disperare, e i siti web di facoltà sono fatti coi piedi, e i prof sono stronzi, ecc ecc... sono d'accordo. Ma sono lì per laurearmi, non per altro. Se mi interessa farlo il sistema di sopravvivere al sistema c'è. Non è divertente, ma c'è.
Se sopravviverò alla triennale e riuscirò anche a specializzarmi forse imparerò qualcosa di pratico, il che non mi garantirà comunque un lavoro. E non solo perché studio scienze della comunicazione.
Potrei andare avanti per 4 o 5 ore con questo discorso, perché mi sento dire le cose che hai detto tu circa ogni 5 minuti da gente che fa ingegneria (con quegli 80 mila laureati l'anno, sono curiosa di sapere se c'è lavoro per tutti), da gente che fa matematica, da gente che fa qualunque cosa possibile e immaginabile. E tutta questa gente si sente dire a sua volta la stessa cosa da tutti gli altri. E tutti si sentono una spanna al di sopra di quelli che criticano. Come se ci fosse qualcuno messo meglio. E pretendono pure che tu gli giustifichi le tue scelte di vita, a dimostrare che le loro sono migliori. Ma sono soltanto scelte.
Potremmo andare tutti a zappare, per quel che ci serve far l'università. Forse parecchi farebbero pure bene.
Ma il punto è uno e uno solo: ormai è tutta una matassa di luoghi comuni e cazzate.
CHE PALLE.. -
Soshito Nakakata.
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ma si, se senti che l'università ti serve fai bene a seguire la tua strada: io non critico la scelta di farsi una cultura, io critico tutto il sistema di merda che è l'università italiana. dopo un po' che pagavo 1600 euri l'anno mi sono rotto le palle di sentire ogni 2x3 marx, di sentir parlare di prime time come se fosse il monolite di 2001 odissea nello spazio e di essere obbligato a studiare un corso che tratta eclusivamente di sceneggiati radiofonici (sic!). cmq non li ascoltare i criticoni che studiano al politecnico, sono esattamente come il papà ignorante che vuol far diventare i figli ragionieri...ma ora basta che stiamo andando ot, se vuoi continuare continuiamo via mp o creiamo il topic UNIVERSITàBRUTTA se no riempiamo 20000 pagine snobbando il povero neri parenti ahahah . -
Lyndon B. Mallow.
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eh, in effetti il topic università brutta manca... ma forse se ne può anche fare a meno XD . -
Uridium.
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Eh no cazzarola, non bestemmiate per favore.
Il declino della saga fantozziana inizia dal 3° episodio in poi, causa cambiamento del regista.
Provate a paragonare un "Fantozzi" di Salce e un "Fantozzi" di Parenti.
Col passare dei film diminuiscono le situazioni comiche (alcune anche ripetute) ed aumenta la volgarità gratuita; basti pensare alla signorina Silvani, da segretaria che se la tira ma rispettosa ed educata dei primi 2 film alla volgaraccia burina coatta degli ultimi film.
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Tabrith.
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E' vero che inizia a peggiorare dal terzo film, ma rimane comunque ad un buon livello la saga, bellissimo fantozzi subisce ancora ad esempio (è quello con abatantuomo no?), ma temo più perla direzione di villaggio a livello di scelte narrative che ad un tocco di parenti, che secondo me filma quello che gli dice villaggio. Sarà questa la causa del litigio dell'attore con Salce? . -
Frank Costello.
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Onestamente ho sempre disprezzato l'ultimo Neri Parenti, però quest'anno ho visto gli ultimi cinepanettoni e devo dire che non sono scadenti come sembrano dai trailer, gli attori di razza (De Sica, Ghini) il loro mestiere lo sanno fare. Capisco che la regia è da spot pubblicitario, la sceneggiatura latita e senza i tormentoni di De Sica si ride nulla, però li ho trovati migliori di gran parte delle commedie spacciate ipocritamente per roba di valore (il Brizzi post ''Notte Prima...'', Benvenuti al Sud, I soliti idioti e via dicendo). Il problema è un altro: questi film mostrano un Paese che non esiste, ce ne sarebbero di storie per ultracaustiche commedie all'italiana. Gli attori oggi ci sarebbero pure (è saltata fuori una new wave di giovani e meno giovani talenti per fortuna. e De Sica se lo facessero recitare in progetti migliori sarebbe spaziale) ma dove li trovi registi velenosi come Monicelli, Risi, Germi, Salce o lo Scola dei bei tempi? . -
Tabrith.
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ma dove li trovi registi velenosi come Monicelli, Risi, Germi, Salce o lo Scola dei bei tempi?
Il problema è generale, quelli che citi sono per lo più dei veri geni della cinematografia, ma comunque non giustifica il vuoto totale del cinema italiano contemporaneo. Io credo che il problema non sia tanto del menefreghismo dei vari produttori/distributori nei confronti della qualità cinematografica, che c'era già allora, quanto il fatto che nonostante sono sicuro ci siano potenziali registi eccezionali tra i contemporanei questi non hanno più la forza di quella generazione di lottare non tanto per guadagnarsi quelle misere due lire come fanno tutti, quanto per imporre la propria opera e il proprio genio nella storia dell'arte cinematografica.. -
.Il problema è generale, quelli che citi sono per lo più dei veri geni della cinematografia, ma comunque non giustifica il vuoto totale del cinema italiano contemporaneo.
e io generalizzo ancora di più: per me il problema di fondo è che la gente oggi non ha tutta questa gran voglia di vedersi un film, ormai le fiction e miniserie varie vanno per la maggiore, alle reti costano (credo) molto meno dei diritti dei film, il pubblico ci va matto, quindi se la domanda di film di qualità è bassa è normale che anche l'offerta si adegui. o almeno è un'ipotesi..
Neri Parenti e Carlo Vanzina sconfitti al botteghino |
