The Burma Conspiracy - Largo Winch II

perplessità, grande perplessità.

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  1. Monjoie
     
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    Sarà perché il soggetto è tratto da un fumetto belga ma -già prima di sapere l'origine della sceneggiatura- questa mezza cialtronata effettivamente mi sapeva un po' di Tin Tin.

    Penso che la percezione soggettiva di questo prodotto possa variare fra la -moderata, molto moderata- soddisfazione, all'indifferenza, alla perplessità, alla feroce constatazione che 119 minuti della propria vita meritino sanguinosa vendetta.

    Al cinefilo anche moderatamente navigato questo film apparirà subito per quello che è: un piatto con ingredienti sulla carta buoni ma in realtà poco originali (tipo un Parmesan cheese o gli spaghetti di Paul Newman) e stantii anzichéno, ma soprattutto cucinato veramente male, da uno chef che non ho capito bene se vorrebbe la stella Michelin ma 'sto giro non ha voglia d'impegnarsi o se si accontenti di cercare di confezionare in maniera invitante un piatto all'autogrill. Ad ogni modo lo caccerebbero a calci in culo pure dall'autogrill.
    Insomma, decisamente quello che manca di più è il manico.

    Il piatto -ad onta di un menù che pur sentito cento volte sarebbe potuto parere commestibile- lascerà affamati ed insoddisfatti. Insomma, il sapore che tornerà familiare sarà quello della frutta e verdura comprata al supermercato dove le pesche, l'insalata, le fragole, le mele, il sedano, il melone, i mirtilli, i pomodori hanno sostanzialmente lo stesso sapore: di niente.

    D'altronde trattandosi di una co-produzione franco-belga-tedesca diretta da un Francese ce lo si potrebbe aspettare.

    ... mmm... no, che poi non è nemmeno del tutto vero, ci sono stati e ci sono anche dei registi francesi da levarsi il cappello con l'inchino, quindi è proprio sto qua che non ci sta; il regista, lo sceneggiatore e la produzione... altro?

    Quello che mi ha veramente lasciato stupito è stato come mi abbia potuto lasciare non soddisfatto tanta profusione di topoi che amo:la spy story di respiro internazionale, i Balcani (ok, è solo un rimando al primo episodio), il Sud-est asiatico, ci sono perfino i mercenari -ovviamente esteuropei- ed il laido ricchissimo mercante d'armi (altrettanto ovviamente -is it you, Victor Bout?- georgiano), etc etc etc.

    Ma tutto ciò -mal amalgamato e peggio cucinato- manca di una qualsiasi identità, sembra la foto segnaletica di un manichino per crash test... la quintessenza dell'anonimità e finisce per ridursi ad un qualcosa che sembra un vorrei ma non posso di Bourne Identity mischiato con... con pressoché qualsiasi cosa.

    Insomma, tipo uno di quegli "agente 002" o "agente 009" che venivano girati negli anni '60.

    Addirittura, complice la somiglianza del main character Tomer Sisley con Bradley Cooper e l'ambientazione cambogiana/vietnamita/thailandese/etc a tratti sembra di essere a guardare The Hangover II. E non scherzo.

    Insomma quello che veramente latita peggio di un pluricondannato in via definitiva è il benché minimo spunto d'originalità. Ma zero, ma sotto lo zero, ma nemmeno un guizzo, un baleno fioco.


    Ed ora passiamo alle cose peggiori.



    No, non scherzo, quello che ho detto finora era il meglio.



    Il peggio del peggio del peggio di questo film: Sharon Stone.

    Qua -complice certo una sceneggiatura scritta probabilmente sulla carta nella quale viene avvolto il formaggio- la nostra dà il peggio di se', raggiungendo il nadir delle sue ultime peraltro non esaltanti prestazioni degli ultimi anni.

    Scordandosi che sono passati vent'anni (ora 22) dai tempi di Basic Istinct e certo non aiutata dalla regia, la stagionata attrice non riesce (e proprio non s'è impegnata manco per il piffero, ma zero proprio, recitazione stile teschio di Yorick in mano e lista della spesa in testa) a dare vita ad altro che ad una specie di procuratrice internazionale per crimini di guerra (insomma, i crimini di cui di solito sono accusati quelli che le guerre le perdono e quelli che non stanno dalla parte degli Americani) che vorrebbe parere determinata ma riesce solo ad essere odiosa, sembrando alla fine una vecchia pazza che va in giro a sedersi sulle scrivanie (ovviamente: è o non è Sharon Stone?) abbaiando "crimini contro l'umanità, crimini di guerra! crimini contro l'umanità!" Insomma un delirio.

    Il resto è in tema: un CEO (decisamente marginale ma non abbastanza da non farcelo detestare) con baffi da ufficiale inglese vittoriano e spocchia uguale, tanto da renderci sicuri che la vendita del gruppo industriale/finanziario all'arcimiliardario ex sovietico -ovviamente malavitoso, grasso e rozzissimo giusto per essere originali- non gli garba non tanto per una questione di giustizia ed etica (non sia mai!) ma più che altro perché il tipo non ha studiato al collegio svizzero.

    Peggio di lui potrebbe essere il protagonista, il torturabile Largo Winch che solo la effettivamente non disprezzabile interpretazione di Tomer Sisley riesce a rendere tollerabile: un ereditiero (al di là del fatto che sia stato adottato, ma gli adottanti bisogna anche saperseli scegliere) che movimenta MILIARDI con una password al telefono (...) e che alla morte del padre decide di investire l'asse ereditario per fare una ONLUS internazionale, così perché gli garba di fare il filantropo. Ovviamente tenendosi giusto qualche centinaio di milioni come argent de poche, non sia mai che gli tocchi poi di dover lavorare. Ma anche per lui l'imprevisto e l'intrigo sono in agguato. Tadaaaa!

    Altro che dire? Cambogiani, vittime cambogiane, campi di prigionia cambogiani, generali cambogiani sono presi di peso da qualche film di Chuck Norris e magari le baracche sono le stesse.

    Come si diceva, ovviamentei sono i mercenari slavi, ok.

    Ah, dimenticavo il tirapiedi del ragazzo ricco che non si sa se è forse un avvocato o cosa, che sembra un mix fra il Dr. Watson da giovane e Peregrino Tuc del quale è praticamente il sosia.

    Poi c'è un altro che non ho capito bene che ci sta a fare, ma il suo ruolo dovrebbe essere che è lì perché dopo che "ha visto la morte da vicino" dopo che Largo (del quale era autista) gli ha salvato la buccia è diventato una specie di fricchettone pseudosurfista esistenzialista ed ha deciso di rimanere a vivere in Cambogia o da quelle parti lì. Ma non perché vuole farsi buddista come tutti; più semplicemente ha scoperto che la cosa importante della vita sono la birra, i locali notturni di non eccelsa levatura e la figa. Chiamalo scemo.

    Alla fine forse il più simpatico vi risulterà il mercante d'armi georgiano. Non fosse altro perché è uno dei pochi che non se la tira come un disgraziato; generali governativi, guerriglieri e prigionieri inclusi.

    ... bah, altre cose sono ancora più tediose. E sì che, ripeto, le potenzialità c'erano... non per fare un piatto originale ma almeno per fare un piatto che avesse un po' di gusto e che saziasse un po'

    ... non saprei altro. Guardatevelo, ma giusto per rendersi conto di quanto spreco, di quanta mancanza di talento e di quanta ancora più grande mancanza di originalità possano stare in un solo film.



    Voto: 1 crimine contro l'umanità su 5.

    Edited by Monjoie - 25/7/2014, 23:59
     
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0 replies since 25/7/2014, 19:09   44 views
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