Oscurati Megavideo & Megaupload in italia

Megavideo, fonte di vita per molti di noi dice addio all'italia

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    Il fondatore di The Pirate Bay è stato arrestato
    02/09/2012 - Gottfrid Svartholm Warg, e' stato preso in Cambogia


    Il co-fondatore del sito torrent The Pirate Bay, lo svedese Gottfrid Svartholm Warg, e’ stato arrestato in Cambogia. Lo ha riferito la polizia.

    RISARCIMENTO – Warg e’ stato arrestato nella capitale Phnom Penh, in esecuzione di un mandato internazionale emesso a seguito di una condanna in Svezia ad un anno di carcere nel 2009 per violazione dei reati sul copyright. In quell’occasione i giudici stabilirono anche che Warg deve pagare l’equivalente in corone svedesi di 4,4 milioni di dollari di risarcimenti.

    IL SITO – Il suo ex avvocato Ola Salomonsson ha riferito al quotidiano Aftonbladet di essere a conoscenza dell’arresto. Il ministro degli esteri svedese ha invece riferito soltanto che “un uomo sulla trentina” e’ stato arrestato a Phnom Penh. Pirate Bay e’ un sito svedese che consente agli utenti di condividere file, inclusi quelli multimediali. (AGI)

    http://www.giornalettismo.com/archives/475...tato-arrestato/
     
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    Gappa
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    Megaupload, la fenice del file hosting
    28/08/2012

    Nuovi dettagli sulla rinascita del celebre cyberlocker, con una raffica di cinguettii del founder Kim Dotcom. Pronte le nuove API per una rete di condivisione distribuita e globale. Ad eccezione degli States
    Roma - Nuove rivelazioni cinguettate dal boss di Megaupload Kim Dotcom, ormai inarrestabile nel percorso di ricostruzione dell'ex-impero del file hosting. "Gli sviluppatori si preparino - si legge in uno dei più recenti tweet di Dotcom - le nuove API di Megaupload forniranno poteri incredibili, che cambieranno il mondo".

    Modestia a parte, il founder di origini tedesche aveva già parlato di un servizio "più grande, migliore, più veloce, inarrestabile e sicuro al 100 per cento". I responsabili del sito bombardato dagli States starebbero preparando una nuova rete di condivisione globale e distribuita, con il coinvolgimento di tutti coloro che lo desiderino, a patto che l'infrastruttura messa disposizione non sia localizzata sul territorio statunitense.

    Stando ai nuovi dettagli cinguettati da Dotcom, la nuova vita di Megaupload offrirà un servizio di cifratura one-click per tutti i processi di trasferimento dei dati. "Facile da usare, completamente gratuito, privacy totale!", ha aggiunto Dotcom.
    Il founder ha dunque invitato gli sviluppatori di file manager a prenotare l'accesso in esclusiva alle nuove API, ma la chiamata alle armi è aperta anche a coloro che si occupano di servizi VOIP, email, fax, e applicazioni video.

    http://punto-informatico.it/3590742/PI/New...le-hosting.aspx
     
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  3. sd&m
     
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    Trans-Pacific Partnership: il nuovo bavaglio al web

    16/09/2012 - Dopo ACTA, SOPA e PIPA, un altro tentativo dei soliti noti. C'è comunque da sperare che anche il TPP come l'ACTA non riesca ad arrivare in fondo al suo cammino ideale

    Un accordo internazionale sul commercio tenuto segreto ai parlamenti, venduto come una gloriosa innovazione e poi finito nel cestino. Ricorda qualcosa?

    IL TRATTATO A SORPRESA - Il Trans-Pacific Partnership (TPP) è un testo che nelle intenzioni dei proponenti dovrebbe regolare i rapporti commerciali tra i paesi che s’affacciano sul Pacifico. Come già altri testi del genere, non è stato preparato da politici, ma da oltre 600 esperti del mondo corporate, che poi significa per lo più avvocati pagati dalle maggiori corporation. Il suo arrivo al Congresso ha finalmente acceso i riflettori su un testo che sta per essere votato al buio, letteralmente, visto che l’Office of the United States Trade Representative (USTR) ha chiesto l’approvazione di una bozza di accordo che non è stata ancora distribuita al pubblico e nemmeno agli stessi legislatori.

    UN SISTEMA NUOVO - I miracoli della politica statunitense, ma non solo. Anche l’ACTA era stato ratificato da numerosi governi che hanno informato i rispettivi parlamenti a cose fatte, anche se non è bastato a riscuotere sonore bocciature, la più bruciante delle quale alla quasi-unanimità da parte del Parlamento Europeo. Per di più, alcune sezioni del trattato sono trapelate comunque e quello che hanno rivelato è sconsolante.

    SOPA, IL RITORNO - Una delle sezioni riguarda la protezione del materiale protetto da copyright su Internet e ripropone, allargandole, le previsioni già contenute nel DCMA in vigore. Si tratta di cose già viste, come l’imposizione ai provider di compiti ( e relativi costi) di polizia, fino alle penalità già echeggiate che potrebbero consentire di tagliare connessioni in nome della difesa del copyright. Poco importa neppure se un regime sanzionatorio fondato sugli IP, come questo, non offre alcuna certezza di colpire i veri responsabili di una violazione.

    VEDERE LE CARTE - Memori delle esperienze precedenti, alcuni senatori americani hanno già messo le mani avanti e precisato che non voteranno niente al buio, ma potrebbe non bastare. A peggiorare le cose c’è poi che il TPP, come l’ACTA, potrebbe rivelarsi pericoloso ben oltre i confini delle dispute sul copyright. Da Quello che si è saputo costituirebbe infatti un regime di privilegio per le imprese transnazionali, che in alcuni paesi potrebbero assumere il diritto a compensazioni mai viste o costringere i governi locali a farsi carico degli eventuali danni ambientali provocati da queste aziende. Gli accordi avranno infatti impatti rilevanti anche sull’industria farmaceutica, quella manifatturiera, l’agricoltura e l’allevamento.

    NON SOLO INTERNET E RETI - Un legge in nome della mobilità d’impresa che ovviamente favorisce le aziende più mobili, ma anche un cavallo di troia formidabile, perché qualora il TPP sia ratificato con tutti i crismi, Washington sarebbe obbligata a conformare le sue leggi a quel pacchetto già approvato in blocco siglando il “trattato internazionale”. Fino ad ora oltre agli americani sembrano partecipare i governi di Australia, Brunei, Cile, Malaysia, Nuova Zelanda, Vietnam. Perù e Singapore. Ai quali si sono di recente uniti Messico e Canada, ma ai quali ha fatto sapere di non essere interessato ad unirsi il Giappone, che guarda con più favore a un all’ASEAN+6 e al suo RCEP, nel quale ci sono Nuova Zelanda, Cina e India, ma non gli Stati Uniti, con i quali il Giappone ha già accordi commerciali di lunga data.

    PRIVILEGI E DIRITTI - Non si tratterebbe quindi “solo” del consueto attacco a mano armata di copyright, ma di un vero e proprio colpo di mano che in generale porterebbe a stabilire una “miriade di privilegi e diritti” in capo alle aziende che fanno affari a cavallo di diverse frontiere, privilegi che poi farebbero premio sulle legislazioni dei singoli paesi, costretti ad adeguarsi. La parte che riguarda Internet colpisce evidentemente anche un gran numero di cittadini di altri paesi, che sui server americani trascorrono buona parte della loro vita digitale, ma anche le altre previsioni di legge possono migrare fin dentro ai paesi non firmatari una volta accolti da un blocco di paesi che conta circa il 30% dell’economia mondiale.

    SONO SOLDI - La fissazione americana sulla protezione della proprietà intellettuale (PI) deriva evidentemente dall’essere quella americana un’economia che oggi si poggia principalmente sul suo sfruttamento. Il 74% dell’export americano è merito di industrie ad “alta intensità di PI” (Global Intellectual Property Center: “IP Creates Jobs for America,” NDP Consulting, May 2012.), che valgono il 38% del Pil statunitense e 14.6 miliardi di surplus commerciale con l’estero. La retorica sull’innovazione però non deve ingannare. Non corrisponde al vero che i brevetti siano lo stimolo e il giusto risarcimento per investitori e inventori, visto che questi ultimi raramente raccolgono retribuzioni significative. Vero invece il contrario, esistono modelli di business che consistono nel rastrellare brevetti a migliaia, anche e soprattutto da aziende fallite, e poi utilizzarli per estorcere denaro in nome del diritto al copyright violato. Niente che aiuti l’innovazione o gli investimenti, semmai l’esatto contrario. E a ricorrere a queste pratiche non sono oscure società pirata, ma le maggiori industrie dell’informatica e dell’IT su tutte. Ma gli avvocati delle major non possono certo consigliare loro di lasciar perdere per il bene di tutti e per l’impossibilità di sconfiggere e punire i pirati.

    UN ABORTO ANCORA POSSIBILE - C’è comunque da sperare che anche il TPP come l’ACTA non riesca ad arrivare in fondo al suo cammino ideale. In fondo l’ACTA era stato firmato dai governi di Australia, Canada, Giappone, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud e Stati Uniti e infine, nel 2012, dal Messico, dall’Unione Europea e 22 dei suoi paesi. Non è servito a molto, nessun parlamento l’ha finora ratificato e l’Unione Europea lo ha consegnato alla pattumiera della storia, bocciandolo sonoramente in parlamento. Non c’è quindi da temere particolarmente il TPP, quanto piuttosto da registrare la pervicacia di certe industrie nel provare, anche con la frode e comportamenti ben poco rispettosi di cittadini e parlamenti, a far passare leggi assurde con le quali ottenere o mantenere privilegi assurdi a protezione degli interessi dei latifondisti del copyright e in genere delle grandi aziende transnazionali.

    http://www.giornalettismo.com/archives/495...avaglio-al-web/
     
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  4. sd&m
     
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    L’attacco europeo alla libertà della rete
    25/09/2012 - Le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni, che sono sempre le stesse. Il progetto CleanIt annuncia di voler combattere il terrorismo attraverso misure d'autodisciplina volontaria che difendano la legalità

    http://www.giornalettismo.com/archives/509...rta-della-rete/
     
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  5. sd&m
     
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    Ecco il nuovo Megaupload
    27/09/2012 - Kim Dotcom lancia MegaBox, la rivoluzione del mondo della musica

    http://www.giornalettismo.com/archives/514...ovo-megaupload/
     
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  6. sd&m
     
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    Mega: ecco come funziona il nuovo Megaupload
    19/01/2013 - Un nuovo esordio per King Dotcom

    Il corpulento titolare di uno dei siti più discussi al mondo risorge dalle ceneri. Lo hanno arrestato, gli hanno murato Megaupload, gli hanno persino sequestrato la villa-castello in Nuova Zelanda, l’elicottero e la sua collezione di auto, ma non è bastato. King Dotcom ha combattuto nelle aule, ha avuto la meglio sulla polizia e sui giudici neozelandesi, poi castigati dai giudici di ordine superiore per aver agito come se dovessero affrontare un narcotrafficante e proprio oggi presenta a una selezionata platea di fortunati Mega (e non Megabox come ipotizzato), l’erede di Megaupload uno dei più fortunati e diffusi sistemi per la condivisione di file del mondo.

    IL RITORNO - Su Mega ognuno utente avrà a disposizione un minimo di 50GB con l’account grautito e l’accesso ai suoi dati saranno protetti da una chiave crittografata che gli amministratori del sito non possiederanno. Il che vuol dire che se qualche investigatore vorrà andare a caccia degli utenti delsito dovrà provare a forzare la crittografia, che è un reato contro la privacy quasi ovunque perché ovviamente prima di aprire il file non si può sapere cosa contiene.

    COPERTISSIMO - Alle aziende che intendano porteggere il loro copyright, Mega concede la possibilità di chiedere la rimozione dei contenuti segnalati e nulla più, perché per accedere al sito e vederli dovranno firmare una liberatoria con la quale s’impegnano a non perseguire gli utenti e i titolari del sito. Un’astuzia che si potrà dire tale solo se dimostrerà di funzionare nel tempo. A tutela della funzionalità e della robustezza del sito poi, questa volta i server saranno sparsi e duplicati in diversi paesi in giro per il mondo, rendendo davvero difficile chiudere fisicamente il network o sequestrare miliardi d file degli utenti com’è avvvenuto con Megaupload.

    http://www.giornalettismo.com/archives/719...-di-megaupload/
     
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  7. Frank Costello
     
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    OLE'!
     
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  8. Uridium
     
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    :woot: :woot: :woot: :woot: :woot: :woot:

    "Mai mettersi contro er popolo, perchè con er popolo ce se sbatte sempre er grugno"

    (da "In nome del Papa Re" di Magni)
     
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    Gappa
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    Segnalo, per i possessori di facebook: le prime centomila persone a condividere questa foto e a mettere mi-piace vincono 450gb di spazio in più per il loro account, una maglietta ed un cappellino gratis. Ancora non ci sono neanche settemila condivisioni, ma è bene affrettarsi secondo me!
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    CITAZIONE (Bubu7 @ 20/1/2013, 21:13) 
    Segnalo, per i possessori di facebook: le prime centomila persone a condividere questa foto e a mettere mi-piace vincono 450gb di spazio in più per il loro account, una maglietta ed un cappellino gratis. Ancora non ci sono neanche settemila condivisioni, ma è bene affrettarsi secondo me!

    Io l'ho condivisa perchè amo il mondo del P2P e degli host e il signor Dotcom mi sta simpatico ma non capisco come dovrebbe fare a mandarci le t-shirt e a darci lo spazio extra sul suo sito... :P

    ......a meno che non abbia i superpoteri!! :o: :o:
     
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    Gappa
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    Immagino che lo staff inizierà a contattare in privato le persone che hanno condiviso attingendo alla lista e a richiedere i dati... suppongo che manderanno un link per una pagina d'iscrizione particolare o al limite un codice da inserire per ottenere lo spazio, non saprei. La pagina m'è sembrata ufficiale quindi ho sperato nella sua buona fede, fondamentalmente. :lol:
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  12. acaso
     
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    Concordo con Frank! :D
     
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    Totonno O' Cafone

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    Essendoci una discussione ufficiale perchè non usarla? :)

    Riguardo al link di facebook se non è spam lo lascio ;) fatemi sapere
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    Di essere non è spam ma è quasi certo che dello spazio extra, della t-shirt e del cappellino non se ne vedrò nemmanco l'ombra: pensate che esborso sarebbe spedire maglietta e berretto a tutta quella gente in ogni angolo del globo....!!!
     
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178 replies since 19/1/2012, 21:38   4428 views
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