Bestie da cinema

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  1. Roger Rabbit
     
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    Avete presente i rompiacatole, i golosi, i dormigliorni, gli spaventati, no?
    Quelli che al cinema ci sono sempre.
    Ho spudoratamente copiato dal blog Nerds'Reven-- stilato un identikit di tutte le Bestie da cinema che incontriamo di solito nelle sale, quelle che in un modo o nell’altro ci fanno saltare i nervi e ci rovinano la visione. C’è modo di riconoscerle e di contrastarle? Forse.

    Analfabeta


    L'Analfabeta


    Cominciamo dall’Analfabeta perché in genere è il primo che si incontra in sala. L’Analfabeta, quando alle elementari insegnavano a contare e a leggere, probabilmente era in riformatorio o con i suoi amici al parco a drogarsi. Il risultato è che non è capace di leggere un biglietto e, in un mondo dominato dalla tecnologia dove il numero e la fila delle poltrone sono stampati sul biglietto, è una cosa grave. Ne consegue che, l’Analfabeta, entrato in sala si sieda un po’ dove cazzo gli pare, dove secondo lui i posti sono migliori. E non gliene frega niente se uno ha prenotato giorni prima su internet per prendere i posti centrali in terz’ultima fila, mentre lui è arrivato 5 minuti prima prendendo i posti laterali in seconda, perché quando vai a fargli notare gentilmente che quelli sono i tuoi posti, invece di sfondargli il cranio con una chiave inglese da 55 per poi buttare il suo corpo vicino all’uscita di sicurezza per non dare fastidio, lui ti guarda con il suo sguardo bovino e ti dice: “Oh, Zio! Ma che ti cambia?” Niente, figurati, mi cambia che quelli sono i miei posti e te te ne devi andare. Semplice, no? Ne conseguono litigi finché il concetto di posto numerato penetra la resistenza di un cervello non abituato a pensare e se ne va… a sedersi in altri posti occupati e la storia si ripete.

    Ritardatario


    Il Ritardatario


    Il secondo, per ordine di incontro, è Il Ritardatario. Come riconoscerlo? Semplice è quel coglione che arriva a film iniziato e non è difficile vederlo dal momento che sta in piedi davanti a te e si gode il film mentre si toglie il cappello, la sciarpa, la giacca, il pullover, la camicia, la maglietta della salute, le scarpe, i pantaloni, le mutande e i calzini con tutta calma, mollemente, come se stesse facendo uno spogliarello… Ma siediti per tutti i Santi del Paradiso! Già sei arrivato in ritardo e hai i posti al centro, quindi hai dovuto far fare la hola a tutta la fila per arrivare. Già ti sei spostato camminando, pestando piedi e borse, rompendo le palle a tutte le file dietro, invece di strisciare come il verme che sei, almeno siediti in fretta e spogliati nel modo più discreto possibile, no?! Il Ritardatario ha un tempismo perfetto, aspetta che finiscano tutte le pubblicità delle concessionarie, del Mulino Bianco e dello yogurt che fa cagare la Marcuzzi ed entra quando va il trailer che aspettavamo di vedere! Ovviamente con il suo iPhogne in mano con il flash acceso per vedere dove va e bruciando le retine di tutti quelli a cui lo punta in faccia. Ma cammina un po’ senza luce, cadi dai gradini e rompiti il collo tra le ovazioni di chi è arrivato puntuale per non dar fastidio e vedersi il film dall’inizio. Che poi, il Ritardatario, dopo essersi seduto, si inclina verso quello accanto e gli sussurra candidamente nell’orecchio: “E’ iniziato da molto? Cosa è successo?”… è iniziato in orario il film, ed è successo che un pirla che non sa leggere l’orologio è arrivato tardi dando fastidio e ora cerca pure di farmi perdere altro film parlando… A braccetto con il Ritardatario, c’è il Precoce…probabilmente sono anche la stessa persona, che visto che è arrivato qualche minuto dopo va via qualche minuto prima. ll Precoce si alza appena partono i titoli di coda, come se avesse una molla sotto al culo, o la poltrona scottasse. Ovviamente impallando tutto lo schermo mentre si riveste il più lentamente possibile, e sono lì che cerco di leggere chi era stavolta il Best Boy Grip… che a me interessa… Dio non voglia che dopo i titoli di coda ci siano delle scene aggiuntive, perché se il Precoce se ne accorge, si blocca di colpo, impalato lì, in mezzo alla sala, come un cerbiatto davanti ai fari della macchina che sta per investirlo, le braccia aperte e la giacca spalancata come il mantello di Batman, che nessuno, a parte lui, riesca a vedere le scene dopo i titoli di coda… è in questi momenti che rimpiango di non essere riuscito a inventare la pistola disintegrante quando avevo 7 anni…

    Simpaticone


    Il Simpaticone


    Il Simpaticone è uno che in genere fa ridere gli amici con le sue battute al fulmicotone e per questo si crede il nuovo talento comico non ancora scoperto, non rendendosi conto che invece è circondato da altri decerebrati, peggio di lui, che riderebbero anche per le scoregge dei cani. Il Simpaticone dà il meglio di sé al cinema, soprattutto quando si vede per le prime volte con una ragazza nuova che, chissà come, ha accettato di uscire con lui e la sua febbricitante simpatia. Il Simpaticone lo si riconosce subito, fin dalle pubblicità, perché le commenta in modo brillante, secondo lui, per farsi bello con la tipa che caritatevolmente lo accompagna. Ovviamente ad alta voce per farsi sentire anche da chi gli sta intorno, al Simpaticone sta a cuore che chiunque possa godere della sua innata carica di ironia. Il problema è che continua durante i trailer, e pure durante il film, puntellando battute e scene con le sue stronzate, e non rendendosi conto che da “sopportato a stento” quando parlava durante le pubblicità, è diventato “se potessi t’ammazzerei” già ai trailer… Dopo dieci minuti che lo senti durante il film avresti voglia di vederlo soffrire con le dita rotte e speri che la ragazza che lo accompagna abbia quel minimo di sale in zucca di farlo tacere… o quantomeno non dargliela a fine serata. Purtroppo il Simpaticone è troppo sicuro di sé per smetterla da solo, solo l’aiuto delle persone che gli stanno intorno possono arginarlo. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, anche del tuo: se conosci un Simpaticone, per favore, non portarlo al cinema, abbandonalo in tangenziale legato al guardrail.

    Ridanciano


    Il Ridanciano


    Nato nelle forge di Zelig e Colorado Cafè e temprato da tutti i cinepanettoni e le cineputtanate italiane di bassa lega, il Ridanciano, noto anche come “Idiota Ridens“, è uno di quei decerebrati amici del Simpaticone. Il Ridanciano ride in maniera sguaiata per qualsiasi stronzata succeda sullo schermo. La potenza della sua risata in genere è inversamente proporzionale al suo Q.I. e al generale senso dello humor. E’ capace di ridere anche durante le pubblicità dei concessionari prima dei trailer, se poi la pubblicità è dell’Activia con la Marcuzzi e l’altra sarda che le provano tutte per cagare tranquille, il Ridanciano ha una crisi di convulsioni indotta dalle risate. Se c’è anche solo una vaga allusione sessuale o un ridicolo doppio senso da 5^ elementare, il Ridanciano, parte a sganasciarsi dalle risate con tanto di schiaffi sulla sua gamba e sgomitate al vicino, che se non è uno del gruppo dei dementi, probabilmente non sta affatto ridendo, ma sta meditando come porre fine alla vita del Ridanciano nel modo più doloroso possibile. Il Ridanciano lo si riconosce da due segni distintivi inequivocabili: il primo è che durante il film ti ha strappato tutti i nervi del corpo con la sua fragorosa risata, il secondo è che si è pisciato addosso dalle risate vedendo “Schindler’s List”.

    Mondano


    Il Mondano


    Il Mondano è uno che bisogna sperare di aver seduto alle spalle, 5 file indietro almeno, o possibilmente in un’altra sala del cinema a vedere qualcos’altro dando fastidio a gente che non siamo noi. Il Mondano deve sempre essere al corrente di quello che succede nella sua vita e nel piccolo mondo che lo circonda. Non sopporta di non essere aggiornato nemmeno per quelle 2 ore che sta nel cinema. Il Mondano lo si riconosce perché ha sempre in mano il suo fottutissimo iPhone, che se un giorno gli si dovesse rompere devono portarlo all’ospedale e fargli un trapianto per sostituirlo con uno nuovo, o il suo tablet, o il suo computer portatile o qualsiasi cosa lo tenga in contatto con il mondo. Il Mondano ha sempre il culo di sedersi in uno di quei pochi posti dove il cellulare prende perfettamente, mentre il nostro già fuori alle casse non ha campo, e lo usa durante il film per messaggiarsi con i suoi amici, controllare Facebook, scrivere su Twitter, controllare il risultato della partita dell’Inter imprecando, illuminando a giorno un raggio di 400 poltrone intorno a lui, con lo schermetto da 52 pollici del cellulare. La domanda sorge spontanea: “Ma che cazzo ci sei venuto a fare al cinema?”. Ma a volte ci va di sfiga e qualche stronzo lo chiama, allora parte la suoneria, ovviamente l’ultima tamarrata sudamericana tipo: “Chupame el papelon”, e il Mondano aspetta il ritornello che gli piace tanto e poi risponde ad alta voce, che l’audio del film un po’ lo disturba: “Uè, Cicci! Come và?.. No, sono al cinema!… Sìsì dai ci sentiamo dopo, magari ci vediamo per un aperitivo col Giangi!… Dai ci sentiamo Cicci, che finisco di vedere ‘sto film!”. A meno che non l’abbiate seduto accanto, quindi potete spezzargli il braccio con cui usa il cellulare, purtroppo non c’è modo di difendersi dal Mondano, l’unica cosa da fare è sperare che lo colga un ictus e lo lasci come un vegetale sbavante sulla poltrona.

    Dormiglione


    Il Dormiglione


    No, non è il bellissimo film di Woody Allen, ma un esemplare di Bestia da cinema. Il Dormiglione è indistinguibile dalla gente normale. Entra in sala come tutti, si siede, fa qualche battuta prima del film, poi appena partono i titoli di testa, come colto da un attacco apoplettico, si accascia sulla poltrona del cinema e dorme… Ma non sono tutti così. Alcuni al calar delle tenebre cinematografiche sono belli arzilli e pimpanti, chiacchierano prima del film, si guardano i trailer con il sorriso sulla loro faccia, poi inizia il film, dopo qualche decina di minuti la tragedia: cominciano ad avvisare i primi segnali che il sonno sta prevalendo su di loro. Allora cominciano una strenua lotta per rimanere svegli. Si sforzano di tenere gli occhi aperti, mentre le palpebre danzano desincronizzate su e giù come quelle di un camaleonte sotto psicofarmaci. La lotta presto diventa senza quartiere, si fa insostenibile, il sonno sta avendo la meglio, la loro testa comincia a ciondolare senza vita, hanno repentini spasmi e la sollevano di scatto in un impeto di orgoglio, ma nulla possono contro le potenti forze di Morfeo: quando la testa ciondola è la fine. La coscienza cede il passo e loro, cullati dai suoni e dalla musica del film, si fanno una pennica di 2 ore a 8 €. 11 se il film è in 3D. Il Dormiglione si sveglia solo ai titoli di coda completamente spaesato, dopo aver depositato qualche litro di bavetta nel coppino di quello di fronte. Gli ci vuole qualche secondo per capire dov’è e rendersi conto di quello che stava facendo prima di cadere addormentato, quindi, in un estremo tentativo di riacciuffare un minimo di dignità, dice a quelli con cui è andato: “A me sto film non è che abbia fatto impazzire.”, oppure: “Non l’ho capito benissimo, dovrei rivederlo.”, ecco riguardatelo. Possibilmente di mattina, magari dopo aver fatto colazione con latte, caffè ed una Redbull. Il Dormiglione di per sé non è fastidioso, anzi è estremamente divertente osservarlo nella sua estenuante lotta per rimanere sveglio, il problema insorge quando ce l’hai seduto dietro e russa. Oppure è proprio la persona che ti ha accompagnato al cinema. In quel caso ti tocca vederti il film con una specie di cadavere sbavante accasciato addosso. Se provi a svegliarla, in fondo hai pagato 8 € per il film e sul divano dormiva meglio e gratis, ti dice stizzita: “Non stavo dormendo! Mi sono appoggiata un attimo”… “Ma russavi”, “Non è vero!” e ti tocca continuare a vedere il film con una segheria appoggiata al braccio… e il braccio si addormenta pure lui sotto quel dolce peso… (ogni riferimento a fidanzate narcolettiche è puramente voluto).

    Ansioso


    L'Ansioso


    l’Ansioso è uno che non si vorrebbe mai e poi mai seduto accanto o dietro di sé durante un film d’azione, o peggio un thriller. Fondamentalmente insicuro e con una personalità pressoché nulla, l’Ansioso, si immedesima immediatamente nel protagonista, si fa trasportare dalle emozioni e in genere nelle scene più cariche di pathos comincia a fare la telecronaca in diretta di quello che vede per sublimare la tensione che lo sta divorando. E’ facile riconoscerlo perché comincia a mangiarsi le unghie già al logo del THX, e poi durante il film strilla ad alta voce: “Oddio! Lo ammazzano!”, “Attento!”, “No! Nasconditi presto!”… alla fine esasperato ti giri e gli intimi di chiudere quella cazzo di bocca che ti sta rovinando il film. L’Ansioso prima ti guarda mesto con i suoi occhioni da cane bastonato, poi si morsica le labbra tentando di ingoiarle, cercando di stare zitto per il resto del film. Alla fine si alza, tutto sudato ed emotivamente provato, e se ne va portandosi via i braccioli che ha divelto per l’agitazione dalla poltrona su cui era seduto.

    Affamato


    L'Affamato


    Attanagliato da una fame atavica, l’Affamato ha cenato in uno dei ristoranti del cinema, probabilmente la steak house, mangiandosi un doppio mega hamburger con cipolle e peperoni, accompagnato con quei 6/7 chili di patatine fritte salatissime, innaffiando il tutto con due belle pinte di birrazza fredda. Lo si riconosce perché entra in sala con una confezione di pop corn al burro grossa come una betoniera da cantiere edile, che ci potrebbe sfamare l’Africa e contemporaneamente ucciderla di infarto. Ad accompagnare la betoniera, nell’altra mano, stringe una cisterna di Coca Cola. Appena seduto comincia a mangiare i pop corn, centellinandoli uno ad uno, sgranocchiandoli con gusto, mentre ravana con le sue zampette con il pollice opponibile nella betoniera facendo un casino inimmaginabile. A volte si prende quei 3 o 4 pacchetti di patatine, tanto per gradire, quelli con il sacchetto che scrocchia anche se lo appoggi su un tavolo e lo guardi. L’Affamato va avanti per mezzo film a mangiare come se non esistesse un domani, poi, allappato dal sale e dal burro, succhia con gusto dalla cannuccia della Coca Cola producendo quel rumore di risucchio liquido misto aria, che è tanto piacevole ascoltare, soprattutto se stai seguendo un film. Dopo un’ora e mezzo di questa tortura i pop corn finiscono, rimangono solo le briciole e i semini non esplosi sul fondo della betoniera. Volete che l’Affamato li lasci lì? Che li butti? Giammai! Comincia a prenderli uno a uno disintegrandoli sotto i denti il più rumorosamente possibile. Poi si passa alle briciole e ai residui di sale, l’Affamato si tuffa di testa nella betoniera ormai vuota leccando il fondo e cercando di recuperare ogni briciola. Finito questo finalmente abbandona la betoniera per terra, si appoggia allo schienale e guarda il film. Noi, stupidamente, pensiamo: “Finalmente!” e ci rilassiamo. E invece no. L’organismo dell’Affamato comincia un processo di digestione che metterebbe in ginocchio Hulk in persona. Il suo stomaco è chiamato a fare un lavoro che bisognerebbe affidare ad una ditta specializzata in smaltimento rifiuti industriali. Ci troviamo accanto, quindi, un uomo devastato, in preda ad una digestione improba, che sente le arterie irrigidirsi e ostruirsi per il sale e i grassi saturi che ha ingurgitato fino a quel momento. Le funzioni vitali sono al minimo. Il respiro, affannato e irregolare, è un rantolo di agonia intervallato da un ruttino a sbuffo, all’afrore di cipolla, che il bolo nello stomaco si è spostato liberando dell’aria. Ogni tanto con mano insicura e tremante raggiunge la cisterna di Coca Cola, la porta alla bocca e succhia in un disperato tentativo di idratarsi. Finito il film, l’Affamato si alza su gambe incerte, barcolla con l’occhio a mezz’asta, pallido, le labbra biancastre sono gonfie e screpolate dal sale. I battiti sono al minimo, tutto il sangue del suo corpo è convogliato verso lo stomaco. Del film non ci ha capito una mazza perché il cervello ha rinunciato all’ossigeno per aiutare l’apparato digerente a svolgere un lavoro oltre ogni possibilità umana. L’Affamato probabilmente tenterà di tornare a casa a piedi, lo sa che se smette di camminare morirà.

    caricatura


    L'Espertone


    L’Espertone è colui che si intende di tutto ed analizza tutto. Colto oltre ogni modo è colui che riesce a vedere nei Teletubbies la situazione sociopolitica della Cina: “Vedi Twinky Winky, quello blu, rappresenta l’occidente, il capitalismo U.S.A., e saluta ripetutamente Po, quello rosso che è ovviamente Cinese, per invitarlo ad abbandonare il comunismo ed abbracciare il capitalismo…” mentre alla tele ci sono 4 pupazzoni che continuano a dirsi fastidiosamente tra di loro: “Ciao… Ciao… Ciao…” con le loro vocine stridule. In genere l’Espertone, per ostentare al mondo la sua cultura e il suo modo critico di affrontare la vita, si veste come Steve Jobs: jeans, lupetto nero e barba incolta di qualche giorno cresciuta Ad Hoc. Di solito è accompagnato da una smunta e pallida compagna, a prima vista sembra una degna compagna del tipo con cui è insieme e ne condivide la cultura, in realtà si capisce, durante il film, che è completamente rincoglionita dal continuo ciarlare dell’Espertone che le spiega qualsiasi cosa succede intorno a loro, plagiandola con la sua visione della vita e la sua verità. Verità, visione della vita e del film che purtroppo toccheranno anche a noi se ce lo troviamo seduto dietro o accanto: ci sembrerà di vedere il film con uno dei commenti speciali inseriti negli extra dei DvD, analisi semiotica delle scene, il perché di ogni inquadratura e spiegazione della fotografia e dei colori utilizzati… pure se il film è uno degli American Pie. Inutile chiedergli di stare zitto, si innescherebbe un’estenuante discussione sulle libertà civili e sui diritti intrinsechi che acquisisce uno comprando il un biglietto per vedere il film… insomma una roba che se vuoi fare smettere devi prendere l’Espertone, trascinarlo nel vicolo dietro il cinema e corcarlo di mazzate, liberando, di conseguenza, anche la schiava intellettuale che lo accompagna.

    young-frankenstein


    Lo Scienziato


    Lo Scienziato è simile all’Espertone, si potrebbero confondere, ma in realtà le differenze sono evidenti. Lo Scienziato, per cominciare, non si veste come Steve Jobs; seconda cosa è dotto di fisica, chimica, matematica, storia e di tutto quello che concerne le materie scientifiche. Entra in sala con l’aria di sufficienza e la puzza sotto al naso pronto a smontare qualsiasi cosa succeda sullo schermo, ogni libertà poetica, prendendo a violentissimi calci nel culo il suspended disbelief con cui bisognerebbe approcciarsi ai film… ovviamente anche la sospensione dell’incredudilità ha un limite, ma questa è un’altra storia. Fosse per lo Scienziato ogni cosa dovrebbe seguire i rigorosi dettami delle leggi naturali presenti nella nostra realtà, quindi, i film durerebbero tra i 5 e i 10 minuti, tempo che l’eroe faccia il primo salto o provi la prima tamarrata e che finisca come finerebbe un comune mortale nella stessa situazione: morto! Quindi, quando ci troveremo seduti intorno uno Scienziato, verremo bombardati di commenti ad alta voce su quanto sia impossibile che ciò che stiamo vedendo avvenga anche nella realtà, il tutto corroborato da ragionamenti matematici degni di Rain Man, snocciolamento di principi di fisica base, fisica avanzata I e II, che uscito dalla sala potresti dare un esame all’università. Per non parlare degli sbuffi e delle risatine ironiche che accompagnano ogni scena, con tanto di sermone finale all’uscita della sala, che quello che si è visto è una puttanata apocalittica, che ha buttato via i soldi, che è impossibile che sia successo questo e quello, visto che si è approcciato a “Fast and Furious 5″ con lo stesso puntiglio con cui approccerebbe una puntata di “Quark” con Piero Angela. C’è però anche il lato triste della medaglia: gli “Scienziati Frustrati”, ossia quelli che non vengono cagati di pezza dagli amici quando cominciano i loro monologhi e si trovano costretti a rimuginare tra sé su tutto quello che hanno visto e non gli è piaciuto. In genere, di questo genere di Scienziato, poi si legge sul giornale che si sono nascosti su un campanile e hanno ucciso 15 persone a caso con il loro fucile di precisione prima di essere abbattuti dalla polizia.

    Superfan


    Il Superfan


    Quando esce al cinema un film tratto da un libro, un videogioco, un fumetto, un gioco in scatole o qualsiasi altra cosa la sala si riempie di Superfan del prodotto originale. Ma chi sono i Superfan? Semplice, sono quelli che adorano alla follia il prodotto originale, sarebbero disposti ad uccidere, lo conoscono quasi a memoria, sanno vita, morte e miracoli dell’autore, o degli autori, che ci stanno dietro o che l’hanno creato. Nozioni di cui a noi potrebbe non fregare niente, ma che già dobbiamo sorbirci durante i titoli di testa mentre loro le snocciolano ai loro amici, esaltandosi, e a tutti quelli che, volenti o nolenti, sono a portata di voce. Poi, buio in sala, il film comincia e, sospiro di sollievo, il Superfan si placa un attimo gustandosi i primi minuti, fino a che TRAGEDIA!!!! Ecco il primo cambiamento rispetto all’originale! Allora basta il Superfan comincia a spiegare che quello, nel libro originale, non ha detto quello che ha detto nel film, ma ha detto un’altra cosa, che messa così com’è nel film travisa l’intenzione origniale dell’autore e… TRAGEDIA!!!!! Quel personaggio arriva mooooolto più avanti nel libro, ora non ha senso inserirlo subito, così poi non funziona perché più avanti quell’altro tizio deve morire e… TRAGEDIA!!!!! Manca il personaggio che tradisce il protagonista e allora come si farà ad andare avanti, crollano tutte le premesse, il senso del racconto originale, le intenzioni dell’autore, come andrà a finire?! Oddio non posso guardare, mi hanno stuprato l’opera che amavo di più al mondo e giù lacrime e lamenti che nemmeno al funerale dei genitori. Così avanti per 2 ore, tra uno spoiler, una lezione sul senso della storia e una sull’autore. Tra un lamento straziato e un altro ci vediamo un film i cui colpi di scena o le sorprese non hanno più senso, in cui il film stesso passa in secondo piano rispetto alla tragedia umana che avviene intorno a noi. Contro il Superfan non c’è ragione che conti, l’unica cosa è sperare di avere dietro degli antidepressivi da inoculargli all’improvviso nel collo e sperare che si riprenda… detesto andare a vedere i film tratti da libri, videogiochi e fumetti famosi, ho sempre il terrore di trovarmi un Superfan intorno che mi spacchi i maroni ad ogni virgola cambiata, ad ogni nota fuori posto.

    Ignorante


    L'Iniorante


    L’esatto opposto del Superfan è l’Ignorante. In genere gli ignoranti si muovono in coppia o, peggio, in branco, li si riconosce subito, già prima delle casse, perché vagano con lo sguardo confuso leggendo titoli a caso a loro sconosciuti, non hanno la benché minima idea di cosa vogliono vedere, hanno solo detto: “Stasera andiamo al cinema!”. Persi tra le locandine e i cartelloni giganti nell’atrio del multisala gli Ignoranti si avvicinano timidamente alle cassiere e sussurrano, come se stessero dicendo una bestemmia in chiesa, il primo titolo che si ricordano, completamente all’oscuro del film a cui è collegato. Non hanno visto i trailer, non hanno letto articoli, prendono un titolo a caso e comprano i biglietti. Fa niente che sia in 3D oppure no, che abbia un numerino che indica che è un secondo o terzo capitolo di una qualche saga, che sia un film splatter, un porno o un cartone animato. Un po’ come se noi andassimo in un ristorante straniero e, senza conoscere nemmeno la lingua, ordinassimo indicando il menù, pronti a mangiare qualsiasi cosa, dalle arterie di maiale crude, ai testicoli di toro ancora ttaccati al toro vivo e vegeto. Per l’Ignorante non fa niente, è pronto a subirsi qualsiasi minkiata sia riuscito a bofonchiare alla cassa, completamente scelta a caso perché: “Stasera andiamo al cinema!” e, immancabilmente, scelgono lo stesso film che abbiamo scelto noi. Tra la decina di sale, quindi di film, a disposizione, hanno scelto proprio il nostro. Così, in sala con accanto gli Ignoranti, ci vediamo un film puntellato da domande e perché?, in caso sia un capitolo intermedio, o lamentele e reazioni shockate perché hanno scelto il film più efferato degli ultimi 20 anni. E a sto punto bisogna armarsi di santissima pazienza e chiedere di stare zitti… più volte… molte più volte… fino al nostro limite di sopportazione. Se siamo fortunati l’Ignorante si renderà conto da solo del proprio errore e lascerà mesto la sala…

    Napo-Orso-Capo


    Il Napo Orso Capo


    Il Napo Orso Capo in realtà è una Bestia da cinema inconsapevole. Non è uno che dà fastidio volontariamente, non si può colpevolizzarlo, purtroppo è la natura che l’ha creato così. Nato con una chioma che farebbe sembrare Cocciante il tenente Kojak, si trova spesso un corpo molto lungo e segaligno. Guardarlo nell’insieme sembra di vedere un’arancia piantata su una cannuccia e vien da chiedersi come riesca a mantenere una postura dritta senza spezzarsi come un ramoscello sotto il peso di tutti quei capelli. Altre domande che sgorgano spontanee dai nostri cuori sono: quante persone in possesso di una testa che fa provincia frequentano i cinema? E perché queste persone riescono sempre a scegliere il nostro film e la poltrona davanti alla nostra? Ovviamente sono domande retoriche, nessuno, nemmeno quel cialtrone di Roberto Giacobbo, riuscirebbe a rispondere. Fatto sta che quando Napo Orso Capo si siede davanti a noi possiamo dire addio ad una porzione sferica dello schermo e del film. Porzione sferica che ondeggerà da destra a sinistra e da sinistra a destra, gli spezzo il collo, gli svito la testa… se non sta fermo cinque minuti, cazzo!!!! Sì perché il problema è che Napo Orso Capo un po’ si annoia sempre durante i film e quindi tende a muoversi, un po’ si appoggia di là, un po’ si appoggia di qua, un po’ sta al centro, permettendoci, sì, di vedere la parte destra, la parte sinistra e la parte centrale dello schermo, ma mai tutte contemporaneamente… e dire che basta mettere nello zaino un po’ di gel, una spazzola e un paio di forbici prima di uscire di casa, così, quando Napo Orso Capo si siede davanti a noi, estraiamo il necessaire da piccolo barbiere e possiamo pettinarlo velocemente, ma delicatamente, durante le pubblicità e i trailer… entra in sala come Napo Orso Capo ed esce tutto bello pettinato all’indietro come Don Vito Corleone de “Il Padrino“, con tanto di testa antiproiettile grazie ai 5 kg di gel utilizzato e tutti siamo felici e contenti… la prossima volta lo faccio!

    Irrequieto


    L'Irrequieto


    L’Irrequieto è un vero e proprio incubo che incombe sugli avventori delle sale cinematografiche. L’Irrequieto ovunque si sieda diventa fastidiosissimo. Incapace di stare fermo anche solo per 5 minuti trasforma la sua seduta cinematografica in una danza esasperata sulla poltrona: il suo continuo spostarsi da un bracciolo all’altro, cambiare posizione, allungare le gambe, incrociarle sotto il culo, rannicchiarsi in posizione fetale, stendersi, sdraiarsi, chiudersi a libro, svaccarsi sui braccioli rende la visione del film un incubo, sembra di guardare il film con tutto il Cirque du Soleil seduto accanto. L’Irrequieto è perfettamente capace di trasformare la fila di poltrone davanti a lui in “poltrone vibranti/massaggianti”: se vi sedete davanti a lui vi sembrerà di stare al fottutissimo “Cinema 4D di Gardaland”, con la differenza che a Gardaland le poltrone si muovono in sincorno con le immagini, con l’Irrequieto la poltrona si muove in sincrono con le sue convulsioni. Ogni volta che si stende è un calcio allo schienale davanti. Il peggio è che l’Irrequieto, oltre a muoversi come DeNiro alla fine di “Risvegli“, ha tutta una serie di tic e di singulti vocali che accompagnano il suo show da contorsionista. Si mangia rumorosamente le unghie, singhiozza, vocalizza suoni gutturali, si schiarisce la gola… un concenrtino esasperante fa da contraltare alle battute del film. Ovviamente chiedergli di stare fermo è come cercare di far ragionare un mulo, l’unica cosa possibile è uscire con una siringa di tranquillante per cammelli e cercare di inocularglielo a sorpresa nella giugulare o direttamente nella tempia. Se decidete di applicare questa soluzione ricordatevi poi di sparargli un po’ di adrenalina nel cuore una volta finito il film, altrimenti gli addetti delle pulizie trovano ‘sto corpo inerme su una poltrona e lo buttano via insieme ai bicchieri e alle vasche di pop corn abbandonate per terra.

    La-Famiglia


    La Famigghia


    La Famiglia: bestie che si riproducono e portano i loro Cuccioli, in genere in multipli di due, al cinema, spendendo inutilmente cifre spropositate. I Cuccioli in genere hanno quelle età che vanno da: non so ancora mantenere l’attenzione per più di 4,8 minuti di fila; a: sono nella fase in cui sono curioso e non capisco un cazzo, quindi chiedo perché ad ogni singolo fotogramma o cosa che si muove. In genere le Famiglie scelgono i film secondo una logica sintetizzata dal Prof. Joseph P. Katz, ossia scelgono i film da vedere completamente a Katz. Quindi sei in sala pronto a vederti il film più truculento della storia del cinema, quello così violento che ha fatto svenire e scappare dalla sala pure Stephen King, dicono i pubblicitari sulle locandine e vedi entrare due individui seguiti da un branco di bambini chiassosi, pieni di zuccheri e caramelle che si muovono e corrono per la sala come palline impazzite. Alla fine i genitori, con l’aiuto dei cani pastori, riescono a radunare quella masnada di bambini, li dispongono sulle sedie e si preparano a seguire il film… cosa che dura 15 secondi, giusto il tempo che uno dei marmocchi sente la vescica piena e deve andare in bagno. Transumanza ai servizi che si ripete costante ogni 5 minuti per tutta la durata del film. E tu sei lì, esasperato, con i bambini che tra una pisciata e l’altra saltano sulle sedie, giocano per terra, si sdraiano corrono, chiedono: “Perché quel signore sta macellando la ragazza?”, o urlano, a ragione: “Papà, ma io mi annoiooooooooooooooo!!!!” e i genitori non fanno un piega. A te prudono le mani, hai un nervoso dentro che ti farebbe distribuire schiaffi che nemmeno Bud Spencer e Terence Hill in tutti i loro film ne hanno dati tanti, ma non ai bambini, per carità, loro sono bambini e si comportano come tali, si comportano come fanno a casa quando sono davanti alla tv, ma le daresti ai genitori. Hai voglia di prendere i capostipiti della Famiglia dargli una scrollata, riempirgli la faccia di sberle belle forti e dirgli: “Ma che cazzo porti a fare tuo figlio al cinema che non sa nemmeno di essere al mondo ancora?! Ma che cazzo scegli un film da adulti che sto bambino riesce a seguire a malapena Pingu?! Ma se vuoi andare al cinema non puoi ammaestrarlo come si deve oppure non puoi lasciarlo a casa da tua suocera che lo rimpinza di caramelle, gelati e brioches finché non collassa per overdose glicemica e si addormenta?!” e invece no, non lo fai che la tua mamma quando eri piccolo ti ha insegnato che quelli più scemi di te non si picchiano. Tuo papà invece ti ha insegnato che al cinema non si parla, o si parla sottovoce, nell’orecchio, senza dar fastidio a nessuno, che c’è una cosa che si chiama “Rispetto verso gli altri” ed è una regola importante che non deve essere infranta, altrimenti ti prendevi le manate sulla bocca. Così stai lì, con i nervi del braccio che potresti suonarli come un violino se avessi un archetto e sopporti gli schiamazzi e i “perché” e tutto il resto e intanto ti riprometti che quando avrai figli li educherai per bene, che li porterai al cinema quando riusciranno a comportarsi in modo decente e soprattutto li porterai a vedere film e cartoni adatti a loro.

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    Il Nerd


    Ebbene sì: i Nerd sono delle Bestie da cinema pure loro. Ma non i Nerd dell’ultima ora (come me), quelli che: “Oh, minkia Zzio! Troppo bbello Dragon Boll, oh Zzio, Goku spacca!” e lo dicono mentre si pasticciano il pacco manco avessero il pongo nascosto nelle mutande. No, sono i Nerd veri, quelli Duri&Puri, quelli che vanno alle prime del film da Nerd dell’anno vestiti come i loro beniamini con gli occhi luccicosi di un bambino di 10 anni la mattina di Natale davanti ai regali. Quelli che in sala esultano e schiamazzano ad ogni battuta, ad ogni azione dei protagonisti, fanno ole, ripetono le battute a memoria, si scambiano opinioni, criticano e si esaltano. Ti fanno sentir quasi escluso, un intruso in un mondo che non è il tuo, un ospite capitato per caso in casa di qualcuno. Alla fine, se ti fai prendere dall’entusiasmo generale, non danno nemmeno più fastidio, anzi, arricchiscono l’esperienza del film e un po’ li invidi e vorresti buttarti tra la folla… e magari il film te lo vai a rivedere un’altra volta, con calma, quando l’entusiasmo dei Nerd sarà scemato…

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    I Figli Speciali di Gesù


    I Figli Speciali di Gesù sono una macrocategoria che racchiude, in modo trasversale, altre categorie già trattate. Per questo, in caso non capiate qualcosa, vi invito a fare riferimento alle parti precedenti.
    I Figli Speciali di Gesù sono persone molto fortunate a cui Gesù ha fatto dono di una limitata intelligenza e una incapacità cognitiva del mondo che li circonda. Sono fortunati perché grazie a questo non soffrono delle brutture che tutti gli altri affrontano.
    Le loro vite girano intorno a tre necessità basilari che devono essere soddisfatte: il calcio, la figa (per questo a volte sono conosciuti anche come I Calcio&Figa) e rompere i coglioni al prossimo. Le prime due vengono soddisfatte in luoghi preposti, mentre la terza necessità la assolvono un po’ ovunque, dato che la loro insondabile ignoranza gli impedisce di arrivare a capire che i comportamenti che assumono possono ledere la pazienza di chi li circonda.
    I Figli Speciali di Gesù (FSdG d’ora in poi) si trovano un po’ ovunque: svaccati sulle panchine nei parchi o nelle piazze, svaccati sulle scalinate, svaccati sui mezzi pubblici, svaccati al cinema e svaccati sul divano di casa loro, ma questi ultimi esemplari sono un problema solo per i loro disgraziati genitori.
    A seconda delle culture, i FSdG, vengono chiamati anche in altri modi: Bimbiminkia, Tamarri, Truzzi e Testedicazzo.
    Noi andremo ad analizzare quelli che frequentano i cinema.
    Negli anni ’80 e ’90, quando ancora certi termini non erano stati coniati e non si era ancora capito che i FSdG erano una specie a parte, era difficile riconoscere questi esemplari. Nei cinema, ad esempio, ci si accorgeva della loro presenza in sala solo quando spegnevano le luci e cominciava il film. Subito i FSdG cominciavano a urlare e ridere fragorosamente degli urli.
    Soprattutto negli anni ’90 entravano nei cinema armati di penne laser, a quei tempi andavano molto di moda, e le puntavano verso lo schermo facendo vedere a tutti il film con dei puntini luminosi che ballavano sulle facce degli attori, ma soprattutto che sottolineavano le tette delle attrici. La cosa per loro era fonte di ilarità, ma per il restante pubblico no. Oggigiorno si riconoscono più facilmente.
    In genere indossano i pantaloni della tuta, o dei jeans bracaloni. Tali indumenti sono portati con una certa nonchalance e lasciano esposto l’elastico delle mutande come segno di riconoscimento. I cani si annusano il culo, loro si controllano che tipo di mutande hanno addosso. Le loro calzature, in genere, sono scarpe orribili e alcune ricordano gli stivaletti dei pugili. Sul loro capo troneggia un cappellino da baseball non calzato, ma appoggiato sulla sommità della zucca vuota. Questo perché lo stringono al massimo e poi non gli entra più. Quando li vedete sembrano tutti dei pupazzetti della Lego o della Playmobil.
    Girano in branchi di sei o sette individui ciarlando frasi senza senso compiuto inframezzate da parolacce o bestemmie, uniche cose chiare dei loro discorsi. Il loro slang è attualmente allo studio di rinomati linguisti, ma pare che sia una forma di comunicazione simile a quella dei cani fatta di intensità dei suoni, più che di parole. Purtroppo senza una Stele di Rosetta pare che sia impossibile tradurre il loro linguaggio in frasi di senso compiuto.
    È impossibile non notarli fuori dai cinema perché sono quelli che tentano di entrare in sala con il Booster, come fossero degli interisti a San Siro. Una volta capito che al cinema non si può entrare con il motorino, i FSdG si accingono a scegliere il film. Generalmente partono da casa già preparati perché vogliono vedere quello con De Sica o quello con Zalone, più e più volte.
    Studi recenti sono arrivati alla conclusione che scelgono questi due attori perché causano in loro una forte ilarità. Pare che il primo li faccia ridere perché fa le scoregge, il secondo perché è brutto. Testimoni seduti intorno ad un branco di FSdG hanno riferito che, durante l’ultimo film con Zalone, sono andati avanti a dire frasi del tipo: “Minkia Zzio, che brutto che è!” e “Figa Zzio, guarda che faccia Zzalone!” seguite poi da fragorose risate, per tutta la durata del film.
    Un FSdG, intervistato, ha confermato che non ha capito nemmeno una battuta di Zalone perché parla troppo forbito, ovviamente il ragazzo non ha detto forbito.In caso al cinema scarseggino film con De Sica e Zalone, o uno di quei film sullo stile degli Scary Movie, i FSdG puntano su film dove si vedono le tette.
    In caso non ci siano nemmeno quelli, dopo lunghe discussioni tipo:
    – Minkia Zzio, ma quello?
    - Boh?
    - Dai figa, fa paiura!
    – Boh!
    scelgono un film a caso, più attirati dai colori della locandina che dal titolo. Se davvero vanno a vedere un film dell’orrore è la fine per chi è in sala con loro.
    I FSdG sono esseri molto timorosi e si spaventano facilmente, non sono progettati per reggere la tensione, però una regola non scritta del loro branco vuole che non devono farsi vedere deboli e spaventarsi al cinema è segno di debolezza. Per sublimare la paura, quindi, reagiscono facendo gli sbruffoni e continuando a fare battute ad alta voce e a ridere forzatamente. I più svegli tengono su gli occhiali da sole così da non far vedere agli altri che hanno gli occhi chiusi. Non nego che i FSdG che si comportano così risvegliano il mio istinto di bracconiere di foche da pelliccia. Però in genere mi trattengo dalla voglia di trascinarli fuori e finirli a bastonate sulla testa. Se per errore scelgono un film più difficile di un horror, i FSdG applicano due tattiche diverse a seconda di quanto sono numerosi. Se sono in tanti cercano di capire tre o quattro minuti di film a testa e se lo spiegano a vicenda a voce alta. Tattica ovviamente fallimentare perché, dato il loro limitato vocabolario, ci mettono un sacco a spiegare cosa è successo e quindi quello dopo si perde la parte che doveva capire lui.
    Insomma, un macello. Se sono in pochi, due o tre, passano tutto il film a chattare su Facebook, mandare messaggini e a farsi le foto.
    In questo caso la domanda è: perché spendere i soldi per entrare al cinema quando potevano fare la stessa cosa altrove senza dare fastidio a nessuno?
    La risposta è nella loro necessità primordiale di rompere i coglioni al prossimo.
    Quando escono dalla sala lasciano i loro posti come un campo di battaglia di una guerra combattuta a pop corn e Coca Cola.
    Ma i FSdG non sono solo giovani. Raramente volte sono anche anziani che hanno mantenuto quasi del tutto intatto il loro approccio alla vita.
    I FSdG anziani hanno un comportamento diverso dai giovani: non girano in Booster e non vivono svaccati. Uno dei loro tre bisogni primari, il secondo, è ormai dimenticato per sopraggiunti limiti fisici, ma gli altri due invece sono rimasti intatti. Andare al cinema è una serata mondana eccezionale, quindi si vestono di tutto punto con abiti da sera, pellicce e smoking. I più poveri si accontentano di giacca e cravatta. Per fortuna non hanno la passione smodata per i telefonini, ma mantengono la voglia di fare la cronaca del film in diretta e di commentarlo: “Eh, vedi te se deve fare così chel lì!“, “Oh, ma te sembra possibile?!“, “C’ha le corna, te lo diset mi!“. Richiamarli al silenzio è tutto inutile, anzi, spesso un richiamo è interpretato come la richiesta di alzare un altro po’ la voce o di aumentare la frequenza dei commenti. Purtroppo, data la loro natura di anziani, è possibile che debbano andare al bagno più e più volte alzandosi e attraversando la fila. Il rientro in sala è la pericoloso perché il buio sembra stordirli. Entrano, si guardano intorno e poi, per ritrovare il posto, cominciano ad urlare richiamandosi tra di loro. Se siamo fortunati hanno scelto posti vicino alle porte della sala e la tortura dura poco. Se siamo sfortunati al rientro hanno sbagliato sala e allora scatta il dramma.
    Purtroppo è impossibile contrastare i FSdG o bloccarli prima che entrino al cinema.
    Bisogna solo sperare che nelle altre sale diano dei cinepanettoni, o che il film che abbiamo deciso di vedere non abbia una locandina accattivante. Altrimenti si può optare per un film di un certo spessore, evitando quelli che potrebbero contenere esplosioni o donne nude. Ogni tanto capita che, nonostante tutte le precauzioni prese, ci si ritrovi in sala dei FSdG. Beh, c’è poco da fare, almeno finché non renderanno legale le pistole tranquillanti o i tazer.
     
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    Sbaglio o l'espertone è De Andrè? !
     
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  3. Roger Rabbit
     
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    Sì, è lui, non che fosse un'Espertone, ma l'immagine ci stava eccome.
     
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