CITAZIONE
Roma ai giorni nostri. Un gigante silenzioso, strano, un barbone, staziona davanti alla Porta magica di piazza Vittorio, frequentata da spacciatori, ubriachi, piccoli delinquenti. Qualche particolare della sua storia è emerso. Si tratta di un guerriero dell'anno mille che si è trovato proiettato nel duemila attraverso quella porta, un vero e proprio stargate. Il gigante, Herrmugnen, è al centro di due storie parallele. La prima, medievale, riguarda un orrendo alchimista che vuole tutto il potere a scapito del principe eroe Valerio e della sua innamorata Altea. La seconda vive in un ospedale di Roma dove ci sono i buoni e i cattivi, omologhi appunto, dei personaggi medievali.
Ci sono battaglie, intrighi amorosi e di potere, impennate inattese, mentre Herrmugnen, con la sua draghinassa, spada da ottanta chili, protegge i buoni, passando continuamente attraverso il suo stargate. C'è anche un nodo, una sorta di thriller del tempo, che sarà sciolto in quel di Sermugnano (espressione medievale che traduce "Herrmugnen") borgo dalla parti di Todi.
Sostenuto dai Beni culturali, il film si pone come alternativa ai contenuti correnti del cinema italiano. Arcieri, macchine da guerra, cavalieri, fossati, mura assaltate. Un tentativo di mito, di spettacolo e di favola che abbiamo quasi dimenticato.
Un budget inadeguato e qualche intreccio nell'intreccio un po' scontato, penalizzano qua e là la storia, che comunque va intesa come un coraggioso tentativo che soccorra il pubblico "costretto" spesso, dal cinema italiano, a uscire dalla sala più depresso di quando era entrato.