Baise Moi - Scopami

Recensione

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  1. smandrappato
     
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    Il film è sostanzialmente un intreccio tra una storyline moooolto debole e sequenze di sesso esplicito (proprio porno), complice il fatto che una delle due attrici protagoniste era una professionista dell'hard 'reale'. Un film decisamente brutto, alla fine dei conti, con l'aggravante di essere stato 'spacciato' per operazione pseudoculturale innovativa con rigurgiti di fanatismo vetero-femminista ("la do in giro per essere una donna libera e consapevole della propria identità" ... ).

    Va ricordato come il film - che fu osannato da una certa stampa - ricevette poi stroncature pesantissime un po' dovunque.
    Quando fu presentato al festival di Locarno nel 2000 la regista dovette quasi fuggire via dal palco per l'ondata di fischi che subissarono la proiezione, come raccontava sul Corriere Tullio Kezich

    CITAZIONE
    Vale la pena di rievocare l’esordio di «Baise-moi» (in italiano Scopami) nell’agosto scorso a Locarno. Si tratta di un episodio abbastanza emblematico dell’accoglienza a un film al quale stampa e media hanno dedicato spazi degni di miglior causa. Al Festival ticinese, mentre una folla strabocchevole premeva per entrare tra le proteste degli esclusi, sul palco del «Palazzetto Fevi» si svolse un summit di furbacchioni: da una parte le due signore, Virginie Despentes (autrice del romanzo originario) e l’ex pornostar Coralin Trinh Thi, regista associata, raggiavano d’orgoglio per aver ottenuto l’avallo di una manifestazione seria per il loro prodotto. E dall’altra il direttore Marco Muller, speranzoso di catturare i media con una proposta sull’onda della moda, si prosternava alle cineaste come se avesse davanti Visconti e Fellini. Sull’applauso di una sala stracolma le autrici si ritirarono, promettendo di ripresentarsi per il dibattito finale. Iniziò la proiezione e bastarono pochi minuti per far capire a tutti di che roba si trattava: per cui si scatenò una di quelle situazioni paradossali in cui il pubblico, dopo aver fatto a cazzotti per entrare, faceva a cazzotti per uscire. In un crescendo di defezioni, il tutto arrivò in fondo, tra risatacce e beccate, dopo 77 minuti; e si concluse con una fragorosa bordata di fischi. Ma le due francesi, nel frattempo, se l’erano data a gambe.

    image

    Poi la recensione non proprio buonista e, cosa più importante, del tutto condivisibile

    CITAZIONE
    Ora che esce in Italia il film superpompato (è oggetto di proteste contro la censura da parte dei firmaioli parigini), ognuno ha la possibilità di constatarne lo spessore. Una versione ruspante di «Thelma e Louise» , dove due atroci rompiscatole vagolano e ammazzano a ruota libera in base a pretestuose rivendicazioni di veterofemminismo. Se lo «Struzzo» di Einaudi ha già ficcato la testa nella sabbia per la vergogna d’aver stampato il libro (e c’è da sperare che nel Paradiso della cultura non lo vengano a sapere Pavese e Calvino), bisogna precisare che il testo letterario diventa Proust se confrontato alla sua impresentabile trascrizione cinematografica. Dall’episodio si potrebbe ricavare una lezione: attenti, uomini della comunicazione, a informarvi prima di sposare certe cause. Ma chi presta orecchio a simili avvertimenti? La prossima volta sarà lo stesso...

     
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22 replies since 8/11/2007, 09:17   4470 views
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